Amare senza condizioni: l’importanza di incoraggiare i figli per chi sono e non per cosa riescono a fare

Incoraggiare i figli è un gesto naturale per un genitore. Vediamo i nostri bambini affrontare prove quotidiane, li osserviamo mentre si mettono alla prova nei compiti di scuola, nello sport, nelle relazioni, e sentiamo il desiderio profondo di spingerli avanti, di sostenerli, di aiutarli a credere nelle loro capacità.

Tuttavia, non sempre le parole che scegliamo per motivarli hanno l’effetto che speriamo. Incoraggiare un figlio solo sulla base della sua bravura, delle sue capacità, dei suoi successi può infatti trasformarsi, senza che ce ne rendiamo conto, in un peso, in una responsabilità schiacciante.

Il bambino o l’adolescente, invece di sentirsi sostenuto, si sente investito di un compito: deve dimostrare di essere all’altezza delle aspettative, deve confermare la fiducia che il genitore ripone in lui, deve riuscire a ottenere risultati non per sé, ma per gratificare chi lo sostiene.

E così, anziché sentirsi accolto e libero, si sente intrappolato dentro una performance continua. In questo articolo si vuole approfondire questo fenomeno e riflettere su quanto sia invece fondamentale offrire ai figli un incoraggiamento che nasca dal riconoscimento del loro valore come persone, al di là di ogni risultato, costruendo una base di amore incondizionato capace di sostenerli nella crescita in modo autentico.

Quando l’incoraggiamento diventa un compito pesante

In molte famiglie, l’incoraggiamento che i genitori rivolgono ai figli è carico di entusiasmo e di buone intenzioni. Frasi come “Vai, ce la puoi fare!”, “Dai, perché tu sei bravo!”, “Fai vedere a tutti quanto vali!” sembrano motivanti, sembrano trasmettere fiducia.

Eppure, dal punto di vista emotivo del bambino, queste parole possono assumere un altro significato. Il bambino o l’adolescente può percepire che la sua missione non è semplicemente quella di provare, di vivere l’esperienza, ma quella di riuscire a tutti i costi. Il fallimento, in questo schema, non diventa più un’esperienza normale della vita, ma un pericolo: il pericolo di deludere il genitore, di perdere il suo orgoglio, la sua stima, forse anche il suo affetto.

Si crea così una pressione silenziosa, che fa sentire il figlio responsabile non solo dei propri successi, ma anche dell’emozione del genitore. In questi casi, ogni prova, ogni esame, ogni sfida perde la sua dimensione di crescita personale e diventa una prestazione da non fallire. In questo modo, l’incoraggiamento, anziché liberare energie, imprigiona il bambino nella paura di non essere mai abbastanza.

L’amore incondizionato come antidoto alla pressione da performance

Diversamente da quanto si potrebbe pensare, i bambini e gli adolescenti non hanno bisogno di sentirsi dire continuamente quanto sono bravi o capaci.

Hanno bisogno di sapere che sono amati, e che lo sono indipendentemente da quello che fanno, da quello che ottengono o dai voti che prendono a scuola. Hanno bisogno di sentire che, anche se falliscono un compito, anche se sbagliano, anche se vengono bocciati a un esame, il loro valore come persone non cambia, non si riduce, non viene messo in discussione.

È questo il nucleo dell’amore incondizionato, un concetto che Donald Winnicott (1971) ha descritto con profondità nei suoi studi sull’importanza della “madre sufficientemente buona”: non si tratta di esigere perfezione, ma di offrire una base sicura sulla quale il bambino possa appoggiarsi mentre esplora il mondo.

Quando un genitore trasmette amore incondizionato, il figlio interiorizza un senso profondo di sicurezza: sa che può provare, fallire, rialzarsi, e sa che l’amore non verrà mai meno. Questo senso di sicurezza non solo favorisce un benessere emotivo stabile, ma motiva il bambino a impegnarsi davvero per se stesso, non per compiacere qualcun altro.

Il rischio del lavaggio del cervello sulle capacità

Un altro errore, frequente anche se inconsapevole, è quello di insistere troppo sulle capacità del bambino, quasi in una sorta di “lavaggio del cervello” positivo: “Tu sei il migliore”, “Tu puoi tutto”, “Basta volerlo”.

Sebbene queste frasi possano sembrare rinforzanti, nella realtà psicologica del bambino creano un’immagine di sé che è fragile, costruita sull’illusione di essere infallibili. Ma nessun bambino, nessun ragazzo, è infallibile. Tutti viviamo inciampi, difficoltà, limiti. Se il bambino cresce con l’idea che deve sempre riuscire perché “lui è bravo”, la prima difficoltà reale verrà vissuta come una catastrofe: non solo avrà fallito, ma avrà tradito l’immagine di sé costruita attorno alle aspettative dei genitori.

Questo meccanismo, spiegato anche nei lavori di Fonagy e colleghi (2002) sulla mentalizzazione, può compromettere la capacità del bambino di tollerare la frustrazione e di sviluppare una resilienza autentica. È molto più sano aiutare i figli a capire che possono essere amati e degni anche nei momenti di fatica, anche quando le cose non vanno come sperato, anche quando non sono i migliori.

L’effetto sull’approccio scolastico e alla vita

Quando un bambino o un adolescente sente che il suo valore non dipende dal risultato scolastico o dalle prestazioni sportive, affronta la scuola e la vita con un atteggiamento più sereno e disponibile.

Non va a scuola per dimostrare qualcosa, ma per imparare, per scoprire, per confrontarsi con il mondo. Il desiderio di conoscere e di migliorarsi nasce allora da una spinta interna, genuina, e non dalla paura di deludere.

Al contrario, quando il bambino si sente sotto pressione, quando ogni voto o ogni prestazione diventa un metro per misurare il suo valore come persona, la scuola può trasformarsi in un terreno minato, in una fonte costante di ansia. Non è raro che bambini e ragazzi che sentono il peso di aspettative troppo alte sviluppino avversione per la scuola, rifiuto dell’impegno o, nei casi più gravi, sintomi di ansia e ritiro sociale (Siegel, 2012).

L’unico modo per contrastare questo rischio è coltivare fin da subito una relazione educativa basata sull’accettazione incondizionata, sul rispetto dei tempi individuali, sull’accoglienza sincera di successi e insuccessi come parte naturale del percorso di crescita.

Incoraggiare un figlio non significa spingerlo a dimostrare quanto vale. Significa accompagnarlo a scoprire, dentro di sé, che è già degno di amore e rispetto, indipendentemente da ogni prestazione.

Un bambino che cresce sentendosi amato per quello che è, e non per quello che fa, sarà un adulto capace di affrontare la vita con fiducia, con resilienza, con il coraggio di essere se stesso anche di fronte alle sfide.

Come genitori, il dono più grande che possiamo offrire ai nostri figli non è la convinzione di essere sempre i migliori, ma la certezza di essere sempre, comunque e senza condizioni, amati.

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

Fonti bibliografiche:

  • Fonagy, P., Gergely, G., Jurist, E. L., & Target, M. (2002). Affect Regulation, Mentalization, and the Development of the Self. Other Press.
  • Siegel, D. J. (2012). The Developing Mind: How Relationships and the Brain Interact to Shape Who We Are. Guilford Press.
  • Winnicott, D. W. (1971). Gioco e realtà. Armando Editore.

Richiesta consulenza

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome e Cognome
Come ci ha conosciuto?
Indicare come preferisce svolgere la consulenza:
Indicare il tipo di problema per il quale si chiede aiuto:
Scopo della consulenza:
Si è già rivolto a un altro professionista per questa problematica?
L’altro genitore è stato informato della richiesta di consulenza?
Consapevolezza del consenso informato obbligatorio:
Sono consapevole che qualsiasi tipo di intervento che coinvolga il minore richiede, per legge, il consenso informato di entrambi i genitori. In caso di affido super-esclusivo o decesso dell'altro genitore, sarà necessario fornire documentazione adeguata.
Privacy policy
Preso atto dell’Informativa privacy dello Studio di Psicoterapia e Psicologia Pediatrica - Dott. Samuele Russo, (consultabile a questo link: https://www.psicologiapediatrica.it/privacy) acconsento espressamente al trattamento dei miei dati personali con le modalità indicate, inclusa la possibilità di ricevere comunicazioni informative.