L’approccio terapeutico EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), sviluppato da Francine Shapiro, si è rivelato estremamente efficace nel trattare disturbi legati a traumi e altre esperienze stressanti. Una prospettiva arricchente è quella di applicare l’EMDR alla comprensione e alla rielaborazione dei Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI), concettualizzati da Giovanni Liotti, in particolare quando questi sono presenti nei trigger emotivi. Gli SMI, regolatori delle risposte comportamentali ed emozionali, influenzano significativamente le reazioni di fronte ai traumi, rendendo cruciale l’integrazione di questa conoscenza nell’approccio terapeutico.
Sistemi Motivazionali Interpersonali: una panoramica
Liotti ha identificato i Sistemi Motivazionali Interpersonali come processi psicobiologici che guidano le interazioni sociali e sono responsabili della regolazione delle emozioni. Questi sistemi includono:
- Attaccamento: ricerca di protezione e sicurezza.
- Accudimento: offerta di cura agli altri.
- Rango (agonistico): competizione per la posizione sociale.
- Cooperazione paritetica: lavoro congiunto verso obiettivi condivisi.
Quando questi sistemi sono disfunzionalmente attivati da esperienze traumatiche, possono generare pattern di risposta rigidi e reattivi. L’EMDR, con la sua capacità di desensibilizzare e rielaborare i ricordi traumatici, offre un metodo per intervenire direttamente su queste attivazioni.
L’integrazione dell’EMDR con gli SMI nei trigger
Un trigger è uno stimolo che riattiva un’esperienza traumatica non elaborata. Nei bambini e negli adolescenti, questi trigger possono richiamare la disfunzione di uno o più SMI. Ad esempio, un bambino con un attaccamento disorganizzato può percepire il conflitto tra figure genitoriali come un segnale di pericolo, attivando il sistema di attaccamento in modo disfunzionale e provocando risposte come paura, ansia o rabbia.
L’EMDR permette di affrontare questi trigger tramite la rielaborazione del ricordo traumatico e delle emozioni ad esso associate, favorendo un’integrazione più funzionale degli SMI coinvolti. L’obiettivo è promuovere la capacità del paziente di rispondere ai trigger con maggiore flessibilità emotiva e comportamentale.
Elaborare i trigger legati a esperienze traumatiche di deprivazione
Molti bambini e adolescenti affrontano esperienze traumatiche complesse come la deprivazione di cure, l’istituzionalizzazione, il cambio ripetuto di famiglie affidatarie, o l’essere stati allontanati dalla famiglia d’origine. Queste esperienze attivano profondamente il sistema di attaccamento e possono compromettere anche il sistema agonistico, portando a difficoltà nel riconoscere i confini delle relazioni e nell’instaurare fiducia.
L’EMDR si dimostra efficace nel rielaborare i ricordi legati a queste esperienze. Per esempio, un adolescente che ha cambiato più volte famiglia può mostrare un’attivazione costante del sistema di rango, rispondendo a minime provocazioni con atteggiamenti di sfida o sottomissione. L’intervento con l’EMDR permette di rielaborare il vissuto di abbandono e la percezione di essere costantemente a rischio, favorendo una risposta più bilanciata e meno reattiva agli stimoli interpersonali.
Importanza dell’elaborazione dei traumi familiari
Il trauma vissuto in famiglia, come il litigio tra genitori, il divorzio, la morte di un caregiver o l’esposizione a umiliazioni, contribuisce a innescare attivazioni disfunzionali dei sistemi motivazionali. Per esempio, sentirsi umiliati o squalificati può attivare il sistema di rango in modalità di subordinazione, associato a vergogna e bassa autostima, o al contrario a rabbia e aggressività.
L’EMDR aiuta i pazienti a rielaborare questi episodi, integrando le emozioni e i pensieri associati, e riducendo così la vulnerabilità ai trigger futuri. Questa rielaborazione è essenziale per trasformare le risposte automatiche, passando da una reattività emotiva basata su modelli difensivi a una risposta più consapevole e regolata.
Quando gli SMI e la teoria dell’attaccamento si incontrano
L’interazione tra gli SMI e la teoria dell’attaccamento è particolarmente rilevante nei casi di trauma precoce e relazionale. Un attaccamento disorganizzato, spesso esito di situazioni come la deprivazione affettiva o l’istituzionalizzazione, può lasciare il bambino in uno stato di confusione tra il bisogno di vicinanza e il timore della stessa. Il sistema di difesa e il sistema di attaccamento diventano così sovrapposti, causando reazioni di allarme cronico.
L’EMDR, integrato con la comprensione degli SMI, permette di affrontare non solo i sintomi esterni dei disturbi del comportamento, ma anche le radici profonde legate a esperienze traumatiche e modelli di attaccamento disfunzionali.
La combinazione dell’approccio EMDR con la comprensione dei Sistemi Motivazionali Interpersonali offre un potente strumento per intervenire su disturbi complessi. Questa integrazione è particolarmente utile nei casi di traumi infantili legati a deprivazione, abbandono, violenza domestica e altri eventi traumatici che attivano in modo disfunzionale i sistemi motivazionali. Un intervento mirato su questi trigger può favorire il riequilibrio emotivo e una maggiore capacità di risposta adattiva.
IL PROFESSIONISTA FORMATO IN EMDR PER IL TRATTAMENTO DI BAMBINI E ADOLESCENTI
È fondamentale che chi desidera intraprendere un percorso di terapia EMDR, specialmente per trattare disturbi complessi come i disturbi del comportamento nei bambini e adolescenti, si affidi a professionisti adeguatamente formati per utilizzare questo approccio.
La formazione ufficiale in EMDR garantisce che il terapeuta abbia acquisito le competenze necessarie per applicare efficacemente questa metodologia. In Italia, i terapeuti possono iniziare con i primi due livelli di formazione per l’EMDR per adulti, ma hanno anche la possibilità di approfondire la loro conoscenza con corsi avanzati specifici sull’applicazione dell’EMDR a bambini e adolescenti (EMDR018). Per ulteriori dettagli sulla formazione, è possibile visitare il sito ufficiale dell’Associazione EMDR Italia www.emdritalia.it.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
- Shapiro, F. (2001). Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR): Basic Principles, Protocols, and Procedures. Guilford Press.
- Liotti, G. (2005). La dimensione interpersonale della coscienza. Raffaello Cortina Editore.
- Liotti, G., Fassone, G., & Monticelli, F. (2017). L’evoluzione delle emozioni e dei sistemi motivazionali. Milan, Italy: Raffaello Cortina.
- Liotti, G., & Monticelli, F. (2008). I sistemi motivazionali nel dialogo clinico. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Bowlby, J. (1988). A Secure Base: Parent-Child Attachment and Healthy Human Development. Basic Books.
- Porges, S. W. (2011). The Polyvagal Theory: Neurophysiological Foundations of Emotions, Attachment, Communication, and Self-Regulation. W. W. Norton & Company.
- Siegel, D. J. (2012). The Developing Mind. Guilford Press.