Introduzione ai Capricci Infantili
In ogni percorso di crescita, i genitori si trovano ad affrontare i capricci dei propri figli. Questi momenti, parte integrante dello sviluppo dell’intelligenza emotiva, possono mettere a dura prova la serenità degli adulti. Affrontare i capricci in modo equilibrato non è sempre semplice, specialmente quando ci si sente sopraffatti. Secondo le teorie di Maria Montessori, il capriccio rappresenta un desiderio del bambino che l’adulto non riesce a comprendere. Questa incomprensione è spesso legata all’immaturità comunicativa del bambino, che non dispone delle parole necessarie per esprimere chiaramente le proprie necessità.
Comprendere i Capricci
È fondamentale apprendere come interpretare e gestire i capricci per affrontarli in modo adeguato, riducendo così la loro frequenza e intensità. Un’adeguata competenza emotiva è fondamentale per il benessere psicofisico del bambino, favorendo anche l’apprendimento e contribuendo a migliorare le relazioni interpersonali. Le competenze emotive possono aiutare a diminuire episodi di conflitto e ad aumentare comportamenti pro-sociali, che includono altruismo, empatia e gratitudine.
La Natura dei Capricci
Il capriccio può essere considerato un fenomeno relazionale, in quanto richiede la presenza di un altro per manifestarsi. In particolare, tra i 18 e i 30 mesi, i bambini attraversano una fase di cambiamento in cui acquisiscono nuove competenze motorie e cognitive. Questo desiderio di autonomia è spesso accompagnato dalla frustrazione, in quanto i bambini possono sovrastimare le proprie capacità e sperimentare difficoltà nel compiere determinate azioni, come versare l’acqua o afferrare un giocattolo.
Paure e Insicurezze
Le opposizioni e gli atteggiamenti di sfida che caratterizzano questo periodo sono anche espressione delle paure e delle insicurezze del bambino. È essenziale che i genitori stiano accanto ai propri figli, offrendo strategie efficaci per gestire queste crisi emotive. Il capriccio può generare disagio negli adulti, che spesso reagiscono con irritazione o senso di impotenza, interpretando il comportamento come una provocazione. È fondamentale adottare un approccio che veda il capriccio non solo come un comportamento osservabile, ma anche come un messaggio profondo che il bambino cerca di comunicare.
I Bisogni Nascosti Dietro ai Capricci
I capricci esprimono sempre un bisogno, e alcuni dei più comuni includono:
- Rassicurazione: il bambino cerca conferma del proprio valore e amore.
- Prova dei propri limiti: si desidera conoscere i confini della propria autonomia.
- Necessità di regole: chiede confini chiari per comprendere le dinamiche relazionali.
- Espressione dell’individualità: cerca di affermare la propria identità rispetto agli altri.
Funzioni del Comportamento Capriccioso
Diversi studi hanno individuato quattro principali funzioni del comportamento capriccioso nei bambini (Kopp, 1982; Tremblay & Nagin, 2005; Berk, 2013; Eisenberg, Spinrad & Eggum, 2010; Gilliom & Shaw, 2004):
- Evitamento: il capriccio può essere usato per sfuggire a un compito o ritardarlo.
- Richiesta di attenzione: può manifestarsi quando il bambino desidera attrarre l’attenzione degli adulti.
- Accesso a oggetti: viene attuato per ottenere un’attività o un oggetto desiderato.
- Stimolazione sensoriale: il comportamento capriccioso può fornire piacere e gratificazione.
In sintesi, ciò che viene definito “capriccio” rappresenta la strategia migliore che il bambino ha appreso fino a quel momento per affrontare una determinata situazione.
Detonatori del Capriccio
Esistono diverse situazioni che possono innescare i capricci, definiti come detonatori. Tra questi si annoverano:
- Aspetti fisiologici: necessità legate al corpo, come stanchezza, fame o sete.
- Bisogni psicologici: emozioni come paura, frustrazione o gelosia.
- Fattori ambientali: situazioni di sovrastimolazione, cambiamenti inattesi o stati d’animo genitoriali che influenzano il bambino.
L’Importanza del “No”
Ogni volta che i genitori pronunciano un “no”, esercitano una funzione regolativa nei confronti del bambino, offrendo indicazioni chiare per orientarsi nel mondo. Un divieto ben formulato, chiaro e rassicurante, aiuta i bambini a comprendere come comportarsi nella vita quotidiana. Con la crescita e l’interazione con gli altri, i “no” diventano necessari per moderare il senso di onnipotenza del bambino e stimolarne l’autoregolazione. Studi neuroscientifici indicano che un uso consapevole del ‘no’ può aumentare la produzione di ormoni del benessere, come l’ossitocina, la serotonina e la dopamina (Gilliom & Shaw, 2004).
Le Origini del Capriccio
I capricci nei bambini sono principalmente causati dall’incapacità di autoregolare le emozioni, legata all’immaturità del sistema nervoso. Non potendo intervenire direttamente su quest’ultimo, è importante adottare una reazione empatica, che consenta di entrare in sintonia con i sentimenti del bambino. L’ascolto attivo e la comprensione delle emozioni del bambino possono contribuire a ridurre la confusione e l’irritazione, permettendo ai più piccoli di trovare autonomamente soluzioni ai loro problemi, valorizzando la relazione.
Il Rischio di Disturbo Oppositivo Provocatorio
Quando i capricci diventano un comportamento ricorrente e sistematico, possono evolvere in un disturbo oppositivo provocatorio. Questo disturbo si manifesta attraverso una sfida costante alle figure autoritarie e comportamenti di opposizione. È fondamentale prestare attenzione a questi segnali, poiché una gestione inadeguata può portare a difficoltà relazionali e comportamentali nel bambino.
Quando Consultare uno Psicoterapeuta
Rivolgersi a un professionista della psicologia può risultare essenziale quando i capricci e le crisi emotive del bambino iniziano a interferire significativamente con la vita quotidiana della famiglia. Un terapeuta può offrire strategie specifiche e supporto per aiutare i genitori a gestire meglio queste situazioni, promuovendo un ambiente sereno e favorevole allo sviluppo emotivo del bambino. La consultazione di uno specialista diventa, quindi, un’opzione importante per garantire il benessere psicologico del bambino e migliorare le dinamiche familiari.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
- Berk, L. E. (2013). Development Through the Lifespan. Pearson Education.
- Eisenberg, N., Spinrad, T. L., & Eggum, N. D. (2010). Emotion-related Regulation: Its Conceptualization, Relations to Social Functioning, and Socialization. In Emotion, 10(2), 146-154.
- Franco, B. (2020). Il superpotere della mindfulness. Edizioni Gribaudo.
- Franco, B. (2022). Il grande libro dei capricci. Edizioni Gribaudo.
- Gatto, R. (2019). Il bambino e le emozioni: come gestire i capricci e favorire l’autonomia. Edizioni Erikson.
- Gilliom, M., & Shaw, D. S. (2004). Anger, Sadness, and the Development of Child Adjustment. In Developmental Psychology, 40(2), 193-204.
- Kopp, C. B. (1982). Antecedents of Self-Regulation: A Developmental Perspective. In The Development of Emotion Regulation: Biological and Behavioral Considerations (pp. 55-77). New York: Wiley.
- Montessori, M. (2008). Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile. Edizioni G. D’Anna.
- Muratori, P., Ciacchini, R., Conversano, C., & Villani, S. (2022). Mindfulness per i disturbi del comportamento. Modelli di intervento e attività per bambini e genitori.
- Pozzi, C. (2021). Capricci: comprendere il comportamento infantile. Edizioni Il Punto d’Incontro.
- Tremblay, R. E., & Nagin, D. S. (2005). Identification of the Origins of Chronic Physical Aggression: A Developmental Perspective. In Developmental Psychology, 41(4), 738-749.