La costruzione del legame di attaccamento e l’impatto dell’età al momento dell’adozione
Il percorso per costruire un attaccamento sicuro con un bambino adottato richiede tempo e pazienza, e l’età al momento dell’adozione gioca un ruolo significativo in questo processo (Verardo e Lauretta, 2021). Studi indicano un rischio maggiore di disorganizzazione dell’attaccamento per i bambini adottati dopo i primi sei mesi di vita, con una probabilità ancora più alta di sviluppare difficoltà comportamentali se l’adozione avviene dopo i due anni (Cancrini, 2020). I bambini che hanno sperimentato la deprivazione delle cure primarie nei primi anni di vita potrebbero aver sviluppato un attaccamento insicuro o disorganizzato, influenzando il modo in cui rispondono all’affetto e alla protezione dei nuovi genitori.
Nondimeno, attraverso l’accoglienza empatica e la responsività costante alle esigenze emotive del bambino, i genitori possono migliorare l’adattamento del bambino. Questo processo si basa su una reciprocità crescente: a fronte di un miglioramento nell’accudimento, anche il bambino inizia a manifestare una maggiore apertura emotiva, permettendo così una relazione più solida e intima (Verardo & Lauretti, 2021).
L’equilibrio familiare e l’inserimento del bambino
L’inserimento di un bambino adottato introduce inevitabilmente nuovi equilibri all’interno della famiglia, richiedendo un adattamento per ciascun membro. Spesso, l’aspettativa iniziale dei genitori è che il bambino accetti immediatamente l’affetto e l’accudimento, o che loro stessi si sentano istantaneamente legati al nuovo arrivato. Tuttavia, questo rapporto richiede tempo per crescere: è naturale che le prime settimane siano caratterizzate da un senso di reciproca estraneità.
I genitori devono darsi il tempo necessario per conoscere realmente il bambino, mettendo da parte l’immagine idealizzata per entrare in sintonia con il suo mondo interiore e i suoi bisogni effettivi (Bowlby, 1988). Potrebbero sorgere domande come: “Questo bambino mi piace davvero?” oppure “Siamo capaci di essere buoni genitori anche senza aver costruito questo legame fin dai suoi primi giorni di vita?” (Verardo & Lauretti, 2021).
A queste si aggiungono altre domande comuni che accompagnano il processo di adattamento:
- Sono preparato a gestire le sue reazioni emotive intense?
- Sarò in grado di accogliere anche i suoi lati più fragili?
- Come posso rispondere ai suoi bisogni senza sopraffarlo?
- Riuscirò a stabilire un legame autentico senza forzature?
- Come posso affrontare il confronto tra la realtà e le aspettative che avevo?
Il peso della storia pre-adottiva e l’attaccamento preesistente
Ogni bambino adottato porta con sé una storia relazionale unica che influenza il suo attuale comportamento e il modo in cui risponde alla vicinanza e all’intimità. Alcuni bambini potrebbero non aver mai avuto la possibilità di instaurare un legame sicuro nelle prime fasi di vita, altri potrebbero avere sviluppato un attaccamento insicuro o, in casi più complessi, un attaccamento disorganizzato dovuto a maltrattamenti o separazioni traumatiche (Liotti, 2001; Cancrini, 2020).
Inoltre, il trauma dell’istituzionalizzazione può avere effetti a lungo termine, con la mancanza di regolazione dei bisogni primari e delle emozioni che impedisce la costruzione di una base sicura. La carenza di regolazione dei ritmi biologici – come il cambio del pannolino, il momento della nutrizione o la risposta alle crisi di pianto – e la mancanza di una sintonizzazione emotiva (come lo sguardo rassicurante del caregiver) contribuiscono a una fragilità emotiva che può riemergere in modo intenso nelle prime fasi di vita familiare adottiva (Verardo & Lauretti, 2021).
Il rischio della “ri-attivazione” dei traumi all’interno della nuova famiglia
L’ingresso nella famiglia adottiva, pur essendo un passaggio positivo, può rappresentare per il bambino un’esperienza traumatica, nonostante le buone intenzioni e l’accudimento sicuro offerto. Questo accade perché la nuova configurazione familiare può riattivare esperienze di separazione e perdita vissute in precedenza, causando nel bambino un vissuto di instabilità. Il bambino potrebbe aver bisogno di ripetute esperienze di cura e protezione per convincersi che questa nuova relazione sia realmente sicura e duratura.
È importante ricordare che anche situazioni comuni come la scuola o la separazione quotidiana dai genitori possono attivare ansie profonde di abbandono. Lasciare il bambino a scuola può infatti richiamare alla mente esperienze precedenti di separazione forzata o istituzionalizzazione, riaccendendo l’ansia da separazione e i timori di essere abbandonato nuovamente (Siegel, 2012).
Superare le sfide iniziali e creare una base sicura
I genitori adottivi hanno il compito delicato di costruire una relazione basata su sicurezza e fiducia. Questo processo richiede ripetute esperienze positive in cui il bambino percepisce di essere accettato e protetto. Come sottolineano Verardo e Lauretti (2021), solo quando il bambino sperimenta più volte che il genitore è lì per lui senza condizioni e con pazienza, può iniziare a sviluppare un attaccamento sicuro.
Attraverso una comprensione profonda delle esigenze del bambino e la capacità di rispondere in modo empatico, i genitori possono aiutarlo a riconfigurare i suoi Modelli Operativi Interni (MOI), sostituendo gradualmente la paura e la sfiducia con un senso di sicurezza e appartenenza. Questo processo non è immediato e richiede che i genitori restino pazienti e flessibili di fronte alle inevitabili difficoltà.
Raccomandazioni per favorire un attaccamento sicuro: creare una base di fiducia con il bambino adottato
Costruire un attaccamento sicuro con un bambino adottato richiede attenzione, pazienza e il supporto di uno psicoterapeuta esperto in disturbi del comportamento e dinamiche relazionali dell’adozione. Le seguenti raccomandazioni possono fornire una base utile per favorire la fiducia, ma devono essere applicati e monitorati all’interno di un percorso terapeutico, poiché il processo di costruzione del legame richiede un’attenta supervisione e personalizzazione.
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Stabilire routine prevedibili: creare una serie di rituali quotidiani – come i pasti regolari, il momento della buonanotte e attività serene – aiuta il bambino a sviluppare un senso di stabilità. La prevedibilità delle routine lo rassicura, trasmettendo la certezza che i suoi bisogni saranno costantemente soddisfatti.
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Mantenere un contatto fisico e visivo accogliente: senza forzare, offrire abbracci, contatto visivo rassicurante e vicinanza fisica quando richiesti dal bambino. Questi gesti comunicano disponibilità e sostegno, ma è importante rispettare i suoi tempi e i suoi spazi, adattandosi alla sua apertura.
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Rispondere ai segnali emotivi con empatia: ogni reazione emotiva del bambino, anche quelle difficili, come rabbia o tristezza, deve essere accolta con calma e comprensione. Questo aiuta il bambino a sentirsi accolto senza giudizio e a comprendere che può esprimere i propri sentimenti in modo sicuro.
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Promuovere un dialogo aperto ma semplice: usare un linguaggio chiaro e comprensibile per spiegare al bambino le attività quotidiane e le regole, offrendo rassicurazioni. Questo rafforza la fiducia e lo aiuta a sviluppare una comprensione graduale delle dinamiche familiari.
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Favorire il gioco spontaneo: creare momenti di gioco liberi, dove il bambino possa esprimere se stesso senza pressioni. Il gioco non solo facilita l’esplorazione del mondo, ma è anche un mezzo naturale per costruire legami affettivi con i genitori.
Questi suggerimenti, sebbene generali, sono solo un punto di partenza e devono essere adattati con l’aiuto di uno specialista. La guida di un terapeuta esperto permette di riconoscere e affrontare eventuali difficoltà nel modo più appropriato, adattando le strategie ai bisogni specifici del bambino e supportando i genitori nel loro percorso.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
- Barbieri, M., & Benini, C. (2013). Adozioni e psicoterapia.
- Bowlby, J. (1969). Attachment and Loss: Volume I. Attachment. Basic Books.
- Bowlby, J. (1988). A Secure Base: Parent-Child Attachment and Healthy Human Development. Basic Books.
- Cancrini, L. (2020). La sfida dell’adozione. Cronaca di una terapia riuscita. Raffaello Cortina Editore, Milano.
- Liotti, G. (2001). La dimensione interpersonale della coscienza. Raffaello Cortina Editore.
- Siegel, D. J. (2012). The Developing Mind: How Relationships and the Brain Interact to Shape Who We Are. Guilford Press.
- Verardo, A. R., & Lauretti, G. (2021). Riparare il trauma infantile: manuale teorico-clinico d’integrazione tra sistemi motivazionali e EMDR. Giovanni Fioriti.