Comunicare al proprio bambino che si andrà da uno psicoterapeuta, può essere una sfida delicata per i genitori. Tuttavia, è fondamentale affrontare questo argomento con sincerità e chiarezza, evitando di nascondere la realtà sotto un velo di segretezza. È importante avere una comunicazione aperta, onesta e diretta con i bambini riguardo all’incontro con lo psicoterapeuta
Infatti, mantenere segreti riguardo alla necessità di consultare uno psicoterapeuta può avere conseguenze negative. I bambini, con la loro sensibilità e intuito, possono percepire incongruenze e, in mancanza di informazioni chiare, potrebbero crearsi fantasie spesso più angoscianti della realtà.
Immaginiamo una situazione in cui i genitori, per timore di destabilizzare emotivamente il loro bambino, decidono di nascondere il fatto che il fratellino deve sottoporsi a un intervento di tonsillectomia. Nel frattempo, una parente stretta è scomparsa a causa del cancro dopo una lunga ospedalizzazione. Il bambino, ignaro della verità, sviluppa fantasie che lo conducono a pensare che anche il fratellino, trovandosi anche lui in ospedale stia per morire di cancro. Questo esempio, solo in apparenza banale, è un fatto realmente accaduto, e sottolinea l’importanza di evitare segreti e di affrontare le situazioni difficili con trasparenza.
Per comprendere appieno l’impatto della comunicazione con il bambino riguardo alla psicoterapia, è determinante considerare le paure e le preoccupazioni che possono affliggere anche i genitori.
Legittimamente preoccupati per il benessere dei loro figli, i genitori potrebbero trovarsi a fronteggiare paure personali e timori non risolti. In questi casi, involontariamente, il genitore potrebbe essere incapace di fungere da “base sicura” per il figlio, trasmettendo un atteggiamento spaventato e spaventante.
Secondo Main ed Hesse (1992), il lutto o il trauma irrisolto nei genitori possono influire sull’attaccamento del bambino. Essi ipotizzano che i ricordi di un trauma non risolto affiorino in modo compulsivo, frammentario e imprevedibile nella mente del genitore.
Quando questo accade mentre il genitore si prende cura di un bambino piccolo, possono emergere espressioni di paura nel volto del genitore, creando un ambiente emotivo spaventato e/o spaventante.
Il termine “spaventato” si riferisce all’assorbimento del genitore in memorie dolorose irrisolte, mentre “spaventante” descrive come il bambino percepisca la paura latente nel genitore, reagendo di conseguenza.
Pertanto, comunicare con sincerità al bambino sulla necessità di consultare uno psicoterapeuta diventa essenziale per superare tali sfide, garantendo al bambino un ambiente sicuro e favorevole alla crescita emotiva e psicologica. La presenza dello psicoterapeuta può aiutare i genitori a comprendere e gestire le proprie paure, facilitando una comunicazione aperta e costruttiva con il loro bambino durante questo delicato percorso terapeutico.
Comunicazione aperta e onesta
È essenziale spiegare al bambino il motivo per cui si è presa la decisione di consultare uno psicoterapeuta, utilizzando un linguaggio appropriato alla sua età. I genitori dovrebbero chiarire che lo psicoterapeuta non è un amico dei genitori, ma un professionista che li aiuterà a comprendere e superare le sfide emotive.
Il Ruolo dello psicoterapeuta
Durante i primi incontri con lo psicoterapeuta, i genitori possono ricevere supporto nell’affrontare la comunicazione con il bambino. Lo psicoterapeuta può guidarli nel fornire informazioni appropriate e nel creare un ambiente aperto in cui il bambino si senta libero di esprimere i suoi sentimenti. Questo accompagnamento è fondamentale per garantire una transizione più fluida verso il percorso terapeutico.
Dire al bambino che dovrà intraprendere un percorso di psicoterapia richiede coraggio e sensibilità. Tuttavia, la comunicazione aperta e onesta è fondamentale per il benessere emotivo del bambino. Evitare segreti e utilizzare un linguaggio adatto all’età sono passi cruciali. Lo psicoterapeuta può svolgere un ruolo prezioso nel supportare i genitori durante questo processo, offrendo alcuni spunti riflessivi e orientando i genitori sulla comunicazione più efficace.
Il rivelare o nascondere al bambino la decisione di intraprendere un percorso di psicoterapia può avere profonde conseguenze sulla fiducia e sull’autorevolezza dei genitori. In particolare, l’inganno nel portare il bambino dal terapeuta può generare effetti duraturi che vanno ben oltre il momento presente.
- Perdita di fiducia:
Nascondere al bambino che dovrà consultare uno psicoterapeuta può innescare una perdita di fiducia nei confronti dei genitori. Il bambino potrebbe sentirsi tradito e confuso nel momento in cui scopre l’inganno. La fiducia è un elemento fondamentale nelle relazioni familiari, e un tradimento di questo tipo può minare la sicurezza emotiva del bambino.
- Dubbi sull’autorevolezza dei genitori:
La mancanza di trasparenza può far sorgere dubbi sulla capacità di prendere decisioni autorevoli da parte dei genitori. Il bambino potrebbe iniziare a interrogarsi sulla coerenza e l’affidabilità delle figure genitoriali, mettendo in discussione la loro guida e autorità.
- Impatto sulla percezione del terapeuta:
Il portare il bambino dallo psicoterapeuta con l’inganno può estendere la sfiducia anche al professionista. Il bambino, già influenzato dall’inganno dei genitori, potrebbe sviluppare dubbi sulla competenza e l’integrità del terapeuta, complicando il processo terapeutico ancor prima di iniziare. - Atteggiamento di sfiducia nel futuro:
Questa perdita di fiducia può avere ripercussioni significative per il futuro del bambino. Potrebbe sviluppare un atteggiamento di sfiducia generalizzata verso le figure di autorità e la possibilità di chiedere aiuto. Il bambino potrebbe sentirsi costretto a contare solo su se stesso, anche quando sarebbe necessario chiedere sostegno esterno. - Difficoltà nel costruire relazioni salutari:
La sfiducia generata da esperienze negative potrebbe influenzare la capacità del bambino di costruire relazioni sane e fiduciose con gli altri. Le relazioni interpersonali potrebbero diventare un terreno difficile in cui il bambino si sente insicuro e incapace di fidarsi degli altri.
La decisione di nascondere o rivelare al bambino la necessità di consultare uno psicoterapeuta ha un impatto profondo sulla sua fiducia e sul suo sviluppo emotivo. La trasparenza e l’onestà sono fondamentali per costruire una base solida per il percorso terapeutico e per promuovere una fiducia duratura nelle relazioni del bambino con gli altri.
Alcuni suggerimenti pratici per comunicare al bambino
- Scegliere un momento adeguato:
Trova un momento tranquillo e privo di distrazioni per parlare con il tuo bambino. Assicurati di avere il tempo necessario per rispondere alle sue domande e preoccupazioni. - Utilizzare un linguaggio adatto all’età:
Adatta il linguaggio alla comprensione del bambino, evitando termini troppo tecnici o complessi. Sii semplice e onesto nella tua spiegazione, utilizzando frasi chiare e dirette.
Esempio: “Abbiamo notato che a volte ti senti triste o preoccupato, e vogliamo aiutarti a capire e superare queste emozioni. Per fare questo, andremo a parlare con uno psicoterapeuta, che è una persona specializzata nel comprendere e aiutare i bambini con i loro sentimenti.” - Evitare promesse impossibili:
Evita di fare promesse che potrebbero non essere mantenute. Non garantire che tutto sarà risolto immediatamente, ma sottolinea il supporto costante che la famiglia offre. Esempio: “Andremo a parlare con uno psicoterapeuta per aiutarti a sentirti meglio. Potrebbe volerci del tempo, ma saremo qui per supportarti in ogni passo del percorso.” - Rispondere alle domande con apertura:
Accogli le domande del bambino con pazienza e rispondi in modo onesto. Non temere di dire che non hai tutte le risposte, ma che lavorerete insieme per superare le sfide. Esempio: “È normale avere molte domande su questo. Alcune cose potrebbero sembrare complicate, ma lo psicoterapeuta e noi saremo qui per spiegare e aiutarti a capire meglio.” - Rafforzare il concetto di sostegno:
Sottolinea che la consultazione psicoterapica è un segno di amore e preoccupazione. Assicura al bambino che questo passo è preso per aiutarlo a vivere una vita più felice e sana emotivamente. Esempio: “Ci preoccupiamo tanto per te, e vogliamo che tu sia felice. Lo psicoterapeuta ci aiuterà a capire meglio i tuoi sentimenti e a trovare modi per farti sentire meglio.”
Ricordate che ogni bambino è unico, e la vostra comunicazione dovrebbe adattarsi alle sue esigenze e sensibilità individuali. La chiarezza, l’onestà e il sostegno continuo contribuiranno a costruire una base fiduciosa per il bambino durante il percorso psicoterapico.
Dire sempre la verità al bambino
La sincerità e l’onestà intellettuale sono il primo passo per predisporre positivamente il bambino. Le bugie molto spesso sono controproducenti.
Comunicare con sincerità e apertura al bambino sull’intenzione di consultare uno psicologo è cruciale per instaurare un percorso terapeutico efficace. La verità è il fondamento di una comunicazione sana con il bambino, poiché la sincerità e l’onestà intellettuale costituiscono il primo passo per predisporlo positivamente.
È importante che tra il genitore e lo psicologo si instauri un rapporto di fiducia, poiché la percezione di diffidenza, paura o preoccupazione da parte del genitore può trasmettersi al bambino, generando ansia e resistenza nei confronti degli incontri terapeutici.
Per i genitori di adolescenti, il consenso del ragazzo è fondamentale, evitando bugie che potrebbero compromettere la fiducia. Spiegare chiaramente i problemi per cui si cerca aiuto esterno contribuirà a una comprensione reciproca e costruttiva.
Il primo incontro tra il bambino e lo psicoterapeuta è un momento delicato. Creare un ambiente accogliente, presentare la stanza e permettere al bambino di esplorare contribuisce a instaurare una relazione di fiducia. La chiarezza nell’illustrare le attività proposte, svolte in modo ludico e graduale, aiuta a rendere il bambino più sereno e favorevole a partecipare ai futuri incontri terapeutici. La trasparenza e l’onestà sono pilastri fondamentali per creare un clima collaborativo e partecipativo, garantendo al bambino un supporto positivo nel suo percorso di crescita emotiva.
Articolo curato da:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica