L’autolesionismo come Disturbo Internalizzante
L’autolesionismo è un comportamento complesso e doloroso che implica il danneggiamento intenzionale del proprio corpo senza intenti suicidari. Rientra nella categoria dei disturbi internalizzanti, dove l’ansia e la sofferenza emotiva si manifestano in comportamenti autolesionistici che rappresentano un modo di gestire sentimenti intensi e difficilmente sopportabili. Questi comportamenti possono emergere soprattutto nell’adolescenza, un periodo caratterizzato da importanti cambiamenti emotivi e sociali. Spesso, l’autolesionismo si associa a disturbi dell’umore, ansia e stress post-traumatico. L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un approccio terapeutico che sta dimostrando grande efficacia nel trattamento di queste problematiche, intervenendo sulla radice emotiva e traumatica dei comportamenti (Shapiro, 2018; Van der Kolk, 2015).
L’EMDR: Un Metodo per Affrontare i Traumi alla Radice
L’EMDR, oggi considerato un approccio terapeutico e non più una tecnica, è basato sull’idea che i traumi non elaborati possano rimanere “bloccati” nel cervello, influenzando negativamente la percezione e il comportamento dell’individuo. La terapia consiste nell’utilizzo della stimolazione bilaterale alternata (BLS), che può avvenire attraverso movimenti oculari, stimoli tattili o sonori alternati, per aiutare il cervello a processare e integrare ricordi traumatici. Applicata all’autolesionismo, l’EMDR permette di ridurre l’intensità emotiva dei ricordi che innescano i comportamenti autolesivi e promuove un approccio più sano alla gestione delle emozioni (Shapiro, 2018).
Come l’EMDR Viene Applicato all’Autolesionismo
L’applicazione dell’EMDR nei casi di autolesionismo prevede diverse fasi, a partire dalla costruzione di un rapporto di fiducia tra terapeuta e paziente. Il terapeuta lavora insieme al bambino o adolescente per identificare i ricordi o le esperienze che scatenano le emozioni intense associate al comportamento autolesivo. Una volta individuati i trigger, si procede con la stimolazione bilaterale, durante la quale il paziente segue con lo sguardo i movimenti del terapeuta o viene esposto ad altri tipi di stimoli bilaterali. Questa fase permette al cervello di rielaborare il ricordo e ridurne l’impatto emotivo. Studi clinici hanno dimostrato che l’EMDR non solo riduce la frequenza dei comportamenti autolesionistici ma migliora anche la capacità del paziente di gestire le emozioni (Ciacchini, Conversano, & Villani, 2022; Shapiro, 2018).
Importanza di Elaborare i Trigger Legati ai Traumi
L’autolesionismo è spesso correlato a eventi traumatici o a situazioni di stress prolungato, come la separazione o il divorzio dei genitori, la percezione di abbandono o il sentirsi non accettati, desiderati o amati. Questi eventi possono minare profondamente la sicurezza emotiva di un bambino o adolescente e portare a una regolazione emotiva disfunzionale. L’EMDR offre un approccio per esplorare e rielaborare tali esperienze, consentendo al paziente di ridurre l’impatto emotivo che queste hanno sul presente. Ad esempio, i bambini che hanno subito umiliazioni, squalifiche o che si sono sentiti trascurati dai genitori possono sviluppare una bassa autostima e un senso di inadeguatezza che alimenta il comportamento autolesivo (Pynoos, Steinberg, & Goenjian, 2007). Attraverso l’EMDR, è possibile affrontare queste esperienze e modificarne l’effetto negativo, favorendo una percezione di sé più positiva e un senso di controllo emotivo.
Un Approccio Integrato per la Guarigione
Il lavoro con bambini e adolescenti che manifestano autolesionismo richiede un approccio terapeutico integrato che tenga conto della complessità del loro vissuto. L’EMDR si distingue per la sua capacità di agire direttamente sui ricordi traumatici, facilitando un processo di rielaborazione che porta a un miglioramento sia dei comportamenti sia del benessere emotivo complessivo. È importante sottolineare che, oltre all’EMDR, un percorso terapeutico completo può includere anche interventi psicoeducativi e strategie per migliorare la comunicazione familiare e il supporto sociale. Il trattamento dell’autolesionismo non si limita quindi alla riduzione dei sintomi, ma punta a rafforzare le capacità di resilienza e di autoregolazione emotiva del giovane (Cloitre, Cohen, & Koenen, 2006).
Un Supporto Fondamentale per il Benessere
L’EMDR rappresenta un intervento terapeutico potente per affrontare l’autolesionismo nei bambini e adolescenti. Agendo direttamente sulla rielaborazione dei ricordi traumatici, offre ai giovani pazienti un’opportunità di ridurre i comportamenti autolesionistici e sviluppare nuove modalità per gestire il dolore emotivo. L’integrazione di un approccio orientato alla comprensione dei fattori scatenanti e al supporto del benessere emotivo globale può fare una differenza significativa nella vita di chi affronta queste sfide.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
- Cloitre, M., Cohen, L. R., & Koenen, K. C. (2006). Treating Survivors of Childhood Abuse: Psychotherapy for the Interrupted Life. Guilford Press.
- Muratori, P., Ciacchini, R., Conversano, C., & Villani, S. (2022). Mindfulness per i disturbi del comportamento. Modelli di intervento e attività per bambini e genitori. Franco Angeli.
- Pynoos, R. S., Steinberg, A. M., & Goenjian, A. (2007). Traumatic Stress in Childhood and Adolescence: Recent Developments and Current Controversies. PTSD Research Quarterly, 18(1).
- Shapiro, F. (2018). Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) Therapy: Basic Principles, Protocols, and Procedures. Guilford Press.
- Van der Kolk, B. A. (2015). Il corpo accusa il colpo: Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche. Raffaello Cortina Editore.