Funzioni esecutive e Disturbi del comportamento: favorire la crescita e l’autoregolazione

Le funzioni esecutive (FE) rappresentano un insieme di processi cognitivi di alto livello, che svolgono un ruolo essenziale nella regolazione del pensiero e del comportamento, permettendo al bambino di adattarsi alle sfide quotidiane e di pianificare azioni finalizzate al raggiungimento di obiettivi. Negli articoli precedenti (Il bambino e lo sviluppo delle funzioni esecutive, Disturbi del neurosviluppo e funzioni esecutive, Il bambino e lo sviluppo delle funzioni esecutive e Le funzioni esecutive in età evolutiva), abbiamo esplorato l’origine, lo sviluppo e il ruolo delle FE nell’infanzia e nell’adolescenza, evidenziandone la centralità per l’adattamento sociale, scolastico ed emotivo. In questa sede, ci concentreremo sull’interazione tra FE e disturbi del comportamento, sia di tipo internalizzante che esternalizzante, con l’obiettivo di delineare strategie di intervento pratiche e basate sull’evidenza.

Funzioni esecutive: un sistema complesso di regolazione

Le FE includono tre componenti principali (Miyake et al., 2000):

  • Controllo inibitorio, ovvero la capacità di sopprimere risposte impulsive o automatiche non appropriate.
  • Memoria di lavoro, che consente di mantenere e manipolare informazioni rilevanti per il completamento di compiti complessi.
  • Flessibilità cognitiva, che permette di adattarsi ai cambiamenti ambientali, modificando strategie e punti di vista.

Accanto a queste abilità, gli studi recenti hanno introdotto la distinzione tra FE fredde, prevalentemente cognitive e associate alla corteccia prefrontale dorsolaterale, e FE calde, legate alla regolazione emotiva e alla motivazione, governate dalla corteccia orbitofrontale (Zelazo e Müller, 2002; Zelazo e Carlson, 2012).

Lo sviluppo delle FE è graduale e si estende dall’infanzia fino alla tarda adolescenza. Tuttavia, nei bambini con disturbi del comportamento, queste funzioni possono essere significativamente compromesse, con effetti profondi sulla regolazione emotiva, sulla gestione delle relazioni sociali e sull’apprendimento.

Disturbi del comportamento e compromissione delle funzioni esecutive

Le difficoltà nelle FE sono spesso alla base di molti disturbi del comportamento, che possono essere classificati in due principali categorie:

1. Disturbi esternalizzanti

I disturbi esternalizzanti si manifestano con comportamenti disfunzionali che hanno un impatto diretto sull’ambiente circostante.

  • ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività)
    Il profilo cognitivo-comportamentale dell’ADHD include deficit marcati nella memoria di lavoro, nella pianificazione, nella flessibilità cognitiva e nel controllo inibitorio (Barkley, 1997b; Marzocchi e Valagussa, 2016). I bambini con ADHD tendono a essere impulsivi, facilmente distraibili e incapaci di seguire regole, il che compromette il loro rendimento scolastico e le relazioni sociali.
    Secondo il modello di Barkley (1997b), i sottotipi di ADHD combinato e iperattivo/impulsivo sono quelli maggiormente associati a deficit esecutivi.

  • Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP)
    I bambini con DOP mostrano una marcata rigidità cognitiva e una difficoltà nella regolazione emotiva, che si traducono in comportamenti di sfida, irritabilità e frequenti conflitti interpersonali. Le FE calde risultano particolarmente compromesse, limitando la capacità di regolare le emozioni e di adattarsi a situazioni nuove (Rubia et al., 2000).

2. Disturbi internalizzanti

I disturbi internalizzanti si caratterizzano per difficoltà emotive che si riflettono principalmente sul benessere interiore del bambino.

  • Ansia e depressione
    Nei bambini con disturbi internalizzanti, i deficit nelle FE fredde, come la memoria di lavoro e la flessibilità cognitiva, possono amplificare la ruminazione e la difficoltà nel gestire pensieri negativi ricorrenti (Zelazo e Carlson, 2012). La limitata capacità di inibizione può portare a una maggiore sensibilità agli stimoli negativi, alimentando un circolo vizioso di ansia e sconforto.

  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)
    La compromissione della flessibilità cognitiva e del controllo inibitorio nei bambini con DOC contribuisce alla presenza di pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi ripetitivi, che interferiscono con la vita quotidiana e le relazioni sociali.

La relazione tra funzioni esecutive ed emozioni

La stretta connessione tra FE ed emozioni è ben documentata. Le FE calde regolano la risposta a stimoli emotivi e motivazionali, mentre le FE fredde gestiscono compiti cognitivi più neutri dal punto di vista emotivo. Questa interazione è fondamentale per il benessere del bambino, poiché una regolazione inefficace delle emozioni può compromettere l’efficienza delle FE e viceversa (Zelazo e Müller, 2002). Nei bambini con disturbi del comportamento, l’integrazione tra queste due dimensioni risulta spesso compromessa, richiedendo interventi mirati a favorire un equilibrio adattivo.

Strategie di intervento basate sulle evidenze

Un intervento precoce e mirato può aiutare a migliorare le FE e a ridurre i sintomi dei disturbi del comportamento. Di seguito alcune strategie di intervento efficaci:

1. Training sulle funzioni esecutive

  • Giochi cognitivi: Attività ludiche come il “Gioco dei colori” e “Simon dice” migliorano il controllo inibitorio e la flessibilità cognitiva.
  • Programmi strutturati: Interventi come il “Cogmed Working Memory Training” sono progettati per rafforzare la memoria di lavoro nei bambini con difficoltà cognitive (Marzocchi e Valagussa, 2016).

2. Interventi cognitivi-comportamentali (CBT)

La CBT aiuta i bambini a riconoscere e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali. Tecniche come il problem-solving e la gestione delle emozioni sono particolarmente utili nei disturbi sia internalizzanti che esternalizzanti.

3. Parent Training

Percorsi di formazione per i genitori, come il modello di Barkley, insegnano strategie per gestire i comportamenti problematici del bambino, migliorando il clima familiare e promuovendo lo sviluppo delle FE.

4. Mindfulness

Le tecniche di mindfulness, come la respirazione consapevole e la meditazione, migliorano l’autoregolazione emotiva e l’attenzione, riducendo l’ansia e l’impulsività nei bambini con disturbi del comportamento (Muratori et al., 2022).

5. Interventi scolastici

L’introduzione di programmi educativi mirati a potenziare le FE, come “Tools of the Mind”, può migliorare il rendimento scolastico e ridurre comportamenti disfunzionali.

Prospettive per il Supporto dello Sviluppo

Le funzioni esecutive rappresentano una componente essenziale dello sviluppo del bambino, influenzando il comportamento, l’apprendimento e la regolazione emotiva. Nei bambini con disturbi del comportamento, il miglioramento delle FE può rappresentare una chiave per ridurre i sintomi e promuovere un adattamento più efficace ai contesti sociali e scolastici. Un approccio integrato, che coinvolga il bambino, la famiglia e la scuola, risulta fondamentale per ottenere risultati duraturi.

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

Fonti bibliografiche:

  • Barkley, R. A. (1997b). ADHD and the Nature of Self-Control. Guilford Press.
  • Marzocchi, M., & Valagussa, S. (2016). Le funzioni esecutive in età evolutiva. Franco Angeli.
  • Muratori, P., Ciacchini, R., Conversano, C., & Villani, S. (2022). Mindfulness per i disturbi del comportamento. Franco Angeli.
  • Zelazo, P. D., & Carlson, S. M. (2012). “Hot and Cool Executive Function in Childhood Development”. Child Development Perspectives, 6(4), 354-360.
  • Cantagallo, A., Spitoni, G., & Antonucci, G. (2015). Le funzioni esecutive. Valutazione e riabilitazione. Carrocci Editore.
  • Usai, M., Traverso, L., Gandolfi, G., & Viterbori, P. (2017). FE-PS 2-6. Batteria per la valutazione delle funzioni esecutive in età prescolare. Erickson.

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