I sintomi del lutto traumatico nei bambini 

La morte di una importante figura di attaccamento, può portare i bambini a sviluppare un lutto traumatico che si presenta con una gamma diversa di sintomatologia riconducibile a risposte di tipo traumatico tipiche del lutto.

Nel lutto traumatico il bambino fa un’esperienza della morte che lo conduce allo sviluppo di sintomi traumatici come descritto nell’articolo precedente, così come a risposte luttuose complicate e disadattive. 

Le situazioni che possono portare a sviluppare un lutto traumatico infantile sono quelle che avvengono a seguito di morti inaspettate, violente o accidentali, ad esempio incidenti stradali, omicidi, suicidi, disastri naturali, guerra o atti di terrorismo. Tuttavia è possibile che un bambino sviluppi un lutto traumatico anche davanti a morti che non erano inaspettate né tantomeno violente o improvvise.

Lo studio di Kaplow et al. (2014), riporta che bambini in età scolastica e adolescenziale avevano più probabilità di sviluppare un disturbo da stress post-traumatico (PTSD), se nella loro esperienza di vita c’era stata la morte di un genitore a causa di una prolungata malattia. Questi risultati possono aiutare a capire che i bambini possono sviluppare un lutto traumatico a seguito di molti tipi differenti di morti, incluse quelle circostanze che apparentemente potrebbero sembrare non traumatiche. 

Quando il lutto non è complicato

Non c’è un modo “giusto” o “normale” di soffrire a causa della morte di un’importante figura di attaccamento, tuttavia è possibile individuare alcune risposte più adattive rispetto ad altre.

In particolare, nel lutto non complicato (tipico) possiamo notare una sintomatologia più simile a un disturbo depressivo maggiore.

Nel lutto non complicato è possibile notare notevoli differenze rispetto ai tipici sintomi della depressione maggiore: ad esempio i principali sentimenti nel lutto sono il senso di vuoto, la tristezza e il desiderio della persona deceduta; mentre invece, nella depressione maggiore il sentimento predominante è il persistente umore depresso e la mancanza di felicità o piacere (anedonia).

Inoltre, la depressione spesso è accompagnata da sentimenti di mancanza di autostima, cosa invece non presente nel lutto. L’affetto negativo associato con il lutto decresce solitamente in maniera graduale da giorni a settimane e arriva anche a un date che sono spesso associate con i ricordi della persona o della sua morte, e sono spesso anche presenti momenti che alternano tristezza a memoria positive della persona deceduta.

Viceversa, nella depressione maggiore i sentimenti di affetto negativo sono persistenti e non sono connessi allo specifico contenuto di pensiero. In particolare, nel lutto tipico non è presente nel bambino senso di colpa o scarsa autostima, mentre invece come scritto sopra queste caratteristiche sono peculiari del disturbo depressivo maggiore.

Nel lutto tipico quando il bambino è preoccupato della morte, ciò è dovuto al desiderio di congiungersi all’amato deceduto, ma non a causa di un vero desiderio di morire; mentre nel disturbo depressivo maggiore il pensare di concludere la propria vita è collegato ai sentimenti di inutilità o inabilità di superare il dolore della depressione.

Uno studio condotto da Galdin et al. (2015), ha riportato che i bambini che hanno fatto esperienza di morte genitoriale sono rimasti ad alto rischio di suicidio per almeno 25 anni, tuttavia non era chiaro nello studio se questi bambini avessero avuto esperienza di tutto traumatico o meno. 

Diversi autori, come Kübler-Ross, hanno descritto diversi gradi standard del processo del lutto, e anche altri autori si sono occupati di descrivere quelli che possono essere chiamati “compiti del lutto”.

In genere, è necessario che il bambino dedichi un tempo specifico a questi “compiti”, e quando questo processo di elaborazione procede senza ostacoli o complicazioni significative, il bambino è molto probabile che vivrà un lutto tipico (non complicato). 

Questi compiti includono:

  1. Esperire il profondo dolore associato con la morte del deceduto;
  2. Accettare la per permanenza della morte (adeguata alle capacità di sviluppo del bambino);
  3. Ricordare e accettare la totalità della persona deceduta;
  4. Convertire la relazione da una relazione di interazione a una di memoria;
  5. Incorporare gli aspetti positivi significativi del deceduto all’interno dell’identità di se stesso propria del bambino;
  6. Impegnarsi in relazioni positive nel presente;
  7. Riguadagnare una traiettoria salutare di sviluppo.

Quando il lutto è complicato

Sono diversi gli autori che hanno parlato della sintomatologia del lutto complicato, e sono presenti anche alcune controversie rispetto a quali possano essere considerate risposte “tipiche” e risposte “complicate” (Melhem, Porta, Payne e Brent, 2013).

Occorre essere molto saggi e avere il buon senso in modo da trovare un equilibrio fra il desiderio di evitare di fornire un trattamento non necessario, ad esempio a bambini le cui risposte luttuose tipiche si risolverebbero spontaneamente, con situazioni dove le circostanze porterebbero inevitabilmente a sviluppare un lutto complicato laddove non viene previsto un trattamento psicoterapeutico. 

Non è stato facile determinare quali bambini rientrino in quale categoria e quanto presto dopo una morte tale di distinzione possa essere fatta. Sono stati utilizzati diversi nomi per descrivere le circostanze relative a un lutto con un trend atipico: lutto complicato, lutto disadattivo, lutto traumatico.

Esistono anche diversi strumenti come questionari, scale di osservazione, ecc. utilizzati dai professionisti specializzati nel trattamento del lutto infantile, così come anche strumenti di valutazione e di rapido screening, per identificare i bambini a rischio di sviluppare un lutto complicato.

Una considerevole porzione di bambini a lutto, sviluppa i sintomi del trauma e del lutto disadattivo. Nel lavoro di Malhem (2013), viene dimostrato che circa il 40% dei bambini nel campione indagato aveva riportato punteggi significativamente elevati di tutto complicato, PTSD, depressione e ansia a 9 mesi dalla morte del genitore; inoltre il 10% dei bambini aveva punteggi che confermavano il lutto complicato, il PTSD, depressione e ansia che rimanevano elevati 33 mesi dopo la morte del genitore.

Per avere una panoramica completa della sintomatologia legata ai traumi, incluso il lutto, suggeriamo la lettura di questo articolo: “I sintomi del trauma infantile”

L’importanza del trattamento 

I bambini che hanno vissuto un lutto le cui circostanze sono state violente e/o improvvise, che vi abbiano partecipato direttamente o indirettamente, o che abbiano perso un genitore o un’altra importante figura di attaccamento possono essere a rischio di sviluppare un lutto traumatico, con una sintomatologia che se non trattata in tempo può cronicizzarsi in un lutto traumatico e diventare sempre più resistente ai trattamenti, presentando una sintomatologia sempre più severa. 

Molti dei bambini che hanno fatto esperienze di traumi come un lutto traumatico, spesso giungono in terapia dopo un lungo periodo durante il quale si erano manifestati diversi segnali di disagio, spesso, sebbene involontariamente, non colti dai genitori. Molto spesso questi bambini giungono in terapia grazie alla segnalazione che viene fatta ai genitori da parte degli insegnanti. E sempre molto spesso, questi stessi genitori portano in terapia il bambino con aria incredula, quasi come se il comportamento descritto dagli insegnanti del loro figlio fosse qualcosa di inaspettato per loro. 

Questi bambini possono sviluppare una vasta gamma di sintomatologia che va dai disturbi di tipo internalizzanti (come il ritiro sociale, l’autolesionismo, fino ad arrivare nei casi più gravi al suicidio), ai disturbi di tipo esternalizzante (come ad esempio aggressività sia verbale che fisica, atteggiamento di tipo positivo e/o provocatorio, “testardaggine”, fino ad arrivare anche qui nei casi più gravi a disturbi della condotta che superati i 18 anni diventeranno disturbi antisociali). 

È importante che il genitore non sottovaluti la gravità della situazione. Spesso, proprio a causa del lutto subito, lo stesso genitore si trova all’interno di una situazione complicata, ed egli stesso si sente disorientato, confuso, e spesso questi genitori soffrono a loro volta di disturbi psicopatologici sia a seguito del lutto, sia spesse volte anche pregressi al trauma, e questo purtroppo non facilita né l’elaborazione del lutto da parte del genitore, né l’essere una “base sicura”  fonte di sostegno e supporto per il figlio. In tutti questi casi, infatti, è sempre consigliata una psicoterapia di supporto anche per il genitore. 

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

Bibliografia:

  • Cohen J. A., Mannarino A. P., Deblinger E., Trattare il trauma e il lutto traumatico nei bambini e negli adolescenti, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2022

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