Il bambino con difficoltà di coordinazione 

Alcuni bambini possono presentare delle difficoltà che si manifestano in comportamenti di tipo maldestro, di goffaggine, con difficoltà di coordinazione, bambini che non riescono a vestirsi da soli o bambini che non amano disegnare. Questi bambini potrebbero presentare una disprassia, una problematica ancora molto poco conosciuta che, se non rilevata in tempo, può compromettere seriamente lo sviluppo e il rendimento scolastico del bambino.

Si parla di disprassia evolutiva quando si è in presenza di una difficoltà o ritardo della coordinazione motoria, in condizioni in cui queste difficoltà non sono dovute a condizioni patologiche mediche (paralisi, distrofia muscolare, ecc.). La difficoltà riguarda la programmazione degli atti sequenziali necessari ad ogni movimento o alla produzione di parole (disprassia verbale), e può interferire con l’apprendimento e le varie attività della vita quotidiana.

Un bambino che potrebbe avere una disprassia evolutiva, spesso presenta i seguenti comportamenti disprattici: 

  • Mostra impaccio nel vestirsi (abbottonarsi e allacciare) e nella manipolazione di strumenti come forbici, posate, attrezzi per il bricolage.
  • Disegnare, ritagliare, incollare e inserire piccoli pioli in lavagne forate sono attività molto faticose per lui.
  • Ha difficoltà nelle attività di costruzione e di manipolazione (puzzle, incastri, costruzioni), con il salto della corda. L’altalena, il monopattino, la bicicletta, l’arrampicarsi non rientrano tra le sue attività preferite. 
  • Può rovesciare i bicchieri, far cadere vassoi, versare l’acqua fuori dal contenitore: questo perché incontra difficoltà a interrompere un movimento o a correggere la traiettoria dello stesso mentre lo sta eseguendo. Tende a sbattere dappertutto, soprattutto negli stipiti delle porte.n Nelle situazioni dove vi sono tanti bambini che si muovono in ogni momento può urtarli o travolgerli.
  • Mostra difficoltà nell’equilibrio e nel controllo posturale. Rimanere e saltare su un piede solo, stare seduto sulla sedia composto è molto difficile per lui.
  • Può presentare difficoltà bucco-linguali: tende a sbavare, ha difficoltà a soffiare e a deglutire grossi bocconi, preferisce il cibo tritato, mangia a bocca aperta, non si regola nel riempire la bocca di cibo e lo fa in modo eccessivo. In alcuni casi ha difficoltà nell’articolazione delle parole rendendole di difficile comprensione.
  • Presenta una grande variabilità nelle prestazioni motorie: un giorno riesce a far bene una cosa e il giorno dopo no. Questo può portare gli adulti che gli stanno vicino a fraintendimenti, per esempio ad attribuire questa differenza a cattiva volontà o pigrizia.
  • Mostra difficoltà nella scrittura di lettere, le traccia molto più grandi e tende a ripassare il tratto più volte. La postura e la prensione del mezzo grafico non sono adeguate. Fatica a capire come posizionare le dita sulla matita, a controllare la pressione sullo strumento, a orientare le mani, i polsi e gli avambracci e a mantenere il foglio nella giusta posizione. Può avere difficoltà nel conteggio con le dita a causa della scarsa coordinazione fra il dito e l’occhio: conta e riconta una stessa serie fornendo diversi risultati.
  • Può trovare difficili i compiti visuo-spaziali che coinvolgono la motricità: ricopiare figure, riprodurre forme geometriche con costruzioni copiandole da modelli, appaiare figure identiche, ma orientate diversamente.
  • Può presentare confusioni nelle attività quotidiane: indossa vestiti girati al contrario, mette e toglie i pantaloni senza abbottonarli o sbottonarli, si riveste lasciando lembi dei maglioni infilati nei pantaloni. Ha bisogno di aiuto nel pettinarsi e lavare i denti (per schiacciare il tubetto del dentifricio); mostra incerto controllo urinario con frequenti “incidenti”, lento e non adeguato utilizzo delle posate (preferenza a mangiare con le mani), tendenza a sparpagliare residui di cibo intorno al proprio piatto.

Tutti questi aspetti possono essere osservati in diverso grado dando luogo a configurazioni anche molto differenti tra loro. Qualora il bambino dovesse mostrare alcune delle caratteristiche qui elencate è importante come insegnanti segnalarlo alla famiglia, e come genitori attivarsi per richiedere una valutazione specialistica e un intervento di potenziamento della componente motoria, poiché un allievo disprassico ha alte probabilità di sviluppare una disgrafia in futuro. È stato accertato che è un intervento psico-educativo precoce di potenziamento della coordinazione motoria può far recuperare totalmente le difficoltà motorie. È possibile quindi richiedere una consulenza allo psicologo pediatrico. 

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

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