Il bambino con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) indicano una categoria di disturbi del neurosviluppo, definiti Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento, che si manifestano con la difficoltà nel bambino di leggere in modo fluente e corretto, scrivere e fare i calcoli.

I DSA si manifestano in età evolutiva, ovvero quando il bambino mostra progressivamente delle difficoltà a sviluppare delle capacità nuove e mai acquisite prima.

Si definiscono “specifici” perché sono circoscritti a processi necessari per apprendere attività che sono generalmente automatiche: i DSA colpiscono quindi soltanto un determinato dominio di abilità (lettura, scrittura o calcolo), in una condizione di funzionamento intellettivo generale integro.

I DSA non indicano delle patologie, ma disturbi relativi ad una neurodiversità.

Non esiste una causa univoca dei DSA: si è concordi sull’affermare che l’origine – fortemente multisettoriale e multidimensionale – di questi disturbi è data da disfunzioni neurobiologiche. Sono infatti i fattori ambientali che aiutano a definire i DSA, così come il loro livello di compromissione.

Tra i fattori più rilevanti, c’è la familiarità che può determinare la comparsa e lo sviluppo di questi disturbi nel bambino: per questa ragione al momento della diagnosi si tiene conto della presenza di altri casi di DSA nel proprio nucleo familiare.

Un fattore di rischio indica una specifica condizione, statisticamente associata ad una patologia, o in questo caso ad un disturbo, e che si ritiene contribuisca alla sua insorgenza e decorso.

Attualmente è l’interazione tra le variabili genetiche e ambientali a rappresentare il fattore di rischio più importante. Tra gli altri principali fattori di rischio di DSA abbiamo:

  • La familiarità, che indica la presenza nel nucleo familiare di un parente affetto da DSA;
  • Nascita prematura o peso molto basso alla nascita;
  • Esposizione prenatale alla nicotina;
  • Essere stati sottoposti a due o più anestesie generali prima del quarto anno di vita;
  • La presenza di un disturbo del linguaggio;
  • L’esposizione a fattori psicologici traumatizzanti durante l’infanzia che risulta associata ad un maggiore rischio di sviluppare ritardi nelle abilità di lettura.

Una caratteristica rilevante dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è la comorbilità, ovvero la presenza in un unico soggetto di più DSA o di un DSA associato ad altre tipologie di disturbi, come:

  • disturbi psicopatologici (ansia, depressione, attacchi di panico);
  • disturbi neurologici (ADHD, Attention Deficit Hyperactivity Disorder, disturbo da deficit di attenzione, iperattività).

 
I DSA sono suddivisi in base all’area specifica di apprendimento interessata dal disturbo. Le principali tipologie sono:

  • Dislessia: riguarda la scarsa capacità di decodificare un testo scritto e si manifesta in termini di fluidità, rapidità e correttezza di lettura, che risultano inferiori rispetto alla media;
  • Disortografia: disturbo della scrittura che riguarda l’ortografia. Gli errori possono essere fonologici o visuospaziali, ovvero quando si confondono lettere graficamente simili;
  • Disgrafia: disturbo specifico della scrittura, più specificatamente del tratto grafico;
  • Discalculia: riguarda un complesso di difficoltà relative al sistema dei numeri e del calcolo.

Se si ha il sospetto che un bambino abbia difficoltà di apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica. In attesa dei lunghi tempi delle strutture pubbliche per via delle numerose richieste, la scuola può accettare temporaneamente anche la certificazione fornita da struttura privata che presenti tutte le caratteristiche stabilite dal DSM-5 in merito alla diagnosi di disturbo specifico di apprendimento (Come quella fornita presso il nostro studio).

La valutazione in alcuni casi potrebbe portare alla diagnosi di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), ma prima di arrivare a questa diagnosi è sempre precisato (e lo specialista dovrebbe indicarlo nella relazione consegnata alla famiglia) che è necessario svolgere un potenziamento di almeno 6 mesi per verificare se si tratti di una difficoltà o di un effettivo disturbo del neurosviluppo.

In questi casi è possibile attivarsi con percorsi specifici di potenziamento, che possono aiutare il bambino a recuperare le eventuali difficoltà. Se dopo i 6 mesi le difficoltà riscontrate permangono a livello significativo, allora la diagnosi è confermata dallo specialista che l’ha redatta.

Mi occupo oramai da diverso tempo del trattamento dei DSA sia come  clinico che come ricercatore. Nel corso degli anni ho appurato uno specifico ed efficace protocollo che rispetta tutti i criteri previsti dalle Linee Guida sui DSA, sia per la valutazione che per il trattamento.

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

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