I tic sono dei movimenti improvvisi ripetitivi e a scatti che il bambino non è in grado né di controllare né di trattenere e si suddividono in due tipi:
- tic motori: smorfie con il viso, movimenti bruschi del collo o della testa, colpi di tosse, segnali di ammiccamento; alzare le spalle, aggrottare le ciglia, battere i piedi, tamburellare con le dita ecc.
- tic vocali: raschiarsi la gola, sbuffare, tirar su col naso, soffiare ripetutamente, fare colpetti di tosse, emettere grugniti, emettere suoni gutturali, ecc..
I tic di solito fanno la loro comparsa tra i 5 e i 7 anni dei bambini in modo del tutto graduale e progressivo, per poi a volte, ma non sempre, scomparire e risolversi in modo del tutto spontaneo e con una lieve maggioranza dei maschi sulle femmine. Il principale fattore scatenante solitamente è dovuto ad un eccessiva fonte di stress.
In genere i bambini che tendono a reprimere le proprie emozioni, che non piangono mai e che sono ipercontrollati emotivamente sono quelli che più spesso possono sperimentare forme di tic.
I tic possono rappresentare una reazione del bambino ad una situazione di ansia o di stress proveniente dal contesto (familiare o esterno) in cui vive. Attraverso la motricità dei tic il bambino esprime le sue tensioni, i suoi conflitti, la sua aggressività inespressa che non riesce ad esprimere in nessun altro modo. Molto spesso i tic rappresentano un bisogno di tenere sotto controllo se stesso o una situazione all’interno del suo sistema familiare percepita come incerta o pericolosa.
I tic sono una profonda fonte di disagio per il bambino e per la sua famiglia, e possono avere effetti deleteri sulla sfera affettivo-emotiva del bambino, compromettendone gravemente l’autostima, fondamentale per la sua sana crescita.
Se il problema non si risolve da solo con la crescita del bambino e nel giro di qualche mese è necessario rivolgersi ad un esperto che potrà aiutare il bambino ad esprime le sue ansie e i suoi conflitti in altra maniera, aiutando anche i genitori a trovare strategie efficaci per sostenere il bambino.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica