Imparare a conoscere e gestire la rabbia: breve guida per genitori e figli

Il Corpo e la Rabbia: Come il Corpo Risponde

La rabbia, come altre emozioni intense, innesca una risposta fisica significativa. Quando ci arrabbiamo, il cervello invia segnali per produrre cortisolo, un ormone dello stress, che accelera il battito cardiaco, aumenta la pressione sanguigna e prepara i muscoli per l’azione. Man mano che la rabbia cresce, il corpo diventa teso: il respiro si accorcia, i muscoli si irrigidiscono, e spesso si stringono i denti e le labbra. Al culmine della rabbia, potremmo notare di parlare più velocemente e ad un volume maggiore, con una sensazione di calore che si diffonde, talvolta accompagnata da un arrossamento del viso (Gross & Thompson, 2007).

Riconoscere i Segnali della Rabbia: La Crescita Graduale

Anche se la rabbia può sembrare esplodere all’improvviso, raramente è così: si accumula gradualmente, e quando ignorata, può diventare incontrollabile. Imparare a identificare i segnali iniziali della rabbia – i momenti di irritazione e fastidio che precedono lo scoppio – permette di sviluppare una maggiore consapevolezza, utile per non lasciarsi sopraffare. Avere un vocabolario emotivo ampio per descrivere le diverse sfumature della rabbia (es. irritazione, frustrazione, collera) ci permette di comprenderla meglio e di affrontarla prima che diventi ingestibile (Saarni, 1999).

Indicatori di Rabbia: Emotivi, Cognitivi e Comportamentali

Esistono segnali specifici che indicano l’insorgenza della rabbia, distinguibili in tre categorie principali:

  • Indicatori emotivi: disprezzo, ansia, nervosismo, tristezza, umiliazione, senso di ingiustizia, senso di colpa, frustrazione, noia, paura del fallimento, risentimento, e desiderio di isolamento.
  • Indicatori cognitivi: difficoltà di concentrazione, pensieri vendicativi o cinici, stanchezza mentale, focalizzazione intensa sull’evento scatenante, pensieri aggressivi o il sentirsi intrappolati.
  • Indicatori comportamentali: atteggiamenti di sfida, aumento del tono di voce, linguaggio aggressivo, rottura di oggetti, pianto, chiusura in se stessi, braccia incrociate o pugni serrati, fuga o sguardi di sfida (Lazarus, 1991).

Perché è Importante Riconoscere i Segnali della Rabbia

Riconoscere per tempo i segnali della rabbia consente di agire in modo tempestivo per evitare che questa emozione diventi ingestibile. Ignorare i segni precoci può portare a esplosioni improvvise e spesso sproporzionate rispetto alla causa scatenante. Un approccio consapevole verso la rabbia permette non solo di vivere in modo più sereno, ma di costruire relazioni più positive, facilitando la comunicazione e la comprensione reciproca (Kochanska et al., 2008).

Strategie per Aiutare i Bambini a Esprimere la Rabbia

I genitori svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare i bambini a riconoscere e gestire la rabbia. Una delle strategie più efficaci consiste nell’insegnare ai bambini a riconoscere e nominare le loro emozioni. Attività come il “gioco delle emozioni” o la lettura di storie possono essere d’aiuto per esplorare il tema in modo giocoso e naturale. I genitori possono inoltre fornire un modello di comportamento calmo e costruttivo, mostrando ai bambini come reagire in modo adeguato anche a situazioni frustranti (Franco, 2023).

Strategie Preventive per i Genitori

Prevenire le esplosioni di rabbia richiede tempo e pazienza. I genitori possono aiutare i bambini stabilendo una routine prevedibile, che li rassicuri e riduca lo stress. È importante anche rispondere in modo adeguato alle esigenze emotive del bambino, ascoltandolo e mostrandogli comprensione. Inoltre, insegnare semplici tecniche di respirazione o attività di attenzione consapevole ai propri segnali e al proprio corpo, come la mindfulness, può aiutare i bambini a calmarsi nei momenti di tensione e a meglio riconoscere i segnali premonitori della rabbia prima che questa prenda il sopravvento (Kring & Gordon, 1998).

Quando la Rabbia È alla Base di Disturbi del Comportamento

La rabbia frequente e sproporzionata può essere un sintomo di disturbi del comportamento, come il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP). I bambini e adolescenti con DOP tendono a manifestare rabbia intensa e comportamenti di sfida costanti nei confronti delle figure di autorità. Tale condizione richiede un’attenzione specialistica, poiché i comportamenti possono interferire significativamente con la vita familiare, scolastica e sociale. Interventi mirati possono aiutare il bambino a sviluppare abilità di gestione della rabbia e migliorare la qualità delle relazioni (Levine & Pizarro, 2004).

Il DOP  è caratterizzato da comportamenti persistenti di opposizione, provocazione e rabbia, che spesso portano a conflitti interpersonali. I bambini con DOP tendono a interpretare le azioni altrui come intenzionalmente ostili, reagendo con rabbia e aggressività. La diagnosi precoce e il trattamento psicoterapeutico possono ridurre il rischio che questi comportamenti evolvano in forme di disturbo più gravi durante l’adolescenza (American Psychiatric Association, 2013).

Quando Rivolgersi a uno Psicoterapeuta

Se un bambino mostra una gestione problematica della rabbia, i genitori potrebbero considerare di rivolgersi a uno psicoterapeuta specializzato in disturbi del comportamento. È consigliabile chiedere aiuto quando la rabbia è frequente, sproporzionata o causa isolamento sociale, comportamenti pericolosi, o interferisce con le normali attività del bambino. La psicoterapia può aiutare il bambino a sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e fornire ai genitori strategie per creare un ambiente familiare più sereno e comprensivo, favorendo relazioni sane e soddisfacenti (Averill, 1982).

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

Bibliografia:

  • American Psychiatric Association. (2013). DSM-5: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edition. Washington, DC: American Psychiatric Publishing.
  • Averill, J. R. (1982). Anger and Aggression: An Essay on Emotion. New York: Springer-Verlag.
  • Ekman, P. (1992). An Argument for Basic Emotions. Cognition and Emotion, 6(3), 169–200.
  • Franco, B. (2023). Il gioco arrabbiato. Edizioni Gribaudo.
  • Gross, J. J., & Thompson, R. A. (2007). Emotion Regulation: Conceptual Foundations. In J. J. Gross (Ed.), Handbook of Emotion Regulation (pp. 3–24). New York: Guilford Press.
  • Kochanska, G., Aksan, N., & Carlson, J. J. (2008). Temperament, Relationships, and Young Children’s Receptive Cooperation with Their Parents. Developmental Psychology, 41, 647-658.
  • Kring, A. M., & Gordon, A. H. (1998). Sex Differences in Emotion: Expression, Experience, and Physiology. Journal of Personality and Social Psychology, 74(3), 686–703.
  • Lazarus, R. S. (1991). Emotion and Adaptation. New York: Oxford University Press.
  • Levine, S. L., & Pizarro, D. A. (2004). Emotion and Decision Making. In K. D. Vohs & R. F. Baumeister (Eds.), Handbook of Self-Regulation (pp. 218-235). New York: Guilford Press.
  • Saarni, C. (1999). The Development of Emotional Competence. New York: Guilford Press.

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