La psicoeducazione, termine coniato negli anni Ottanta nel contesto della salute mentale, rappresenta un’istruzione fornita all’individuo su situazioni o condizioni che generano stress psicologico. Questo approccio non si limita esclusivamente alle malattie mentali o psicologiche, ma si estende a qualsiasi circostanza in cui una persona, un parente o un amico si trova. L’obiettivo è acquisire consapevolezza della propria o altrui situazione, fase di vita, condizione psicologica e comprendere i motivi per cui alcune modalità comportamentali o determinati trattamenti possono risultare efficaci.
La psicoeducazione si rivela utile in molteplici circostanze di vita, affrontando direttamente o indirettamente questioni come gravidanze, genitorialità, malattie fisiche o mentali. Questo approccio promuove un senso di rilassatezza e capacità di gestire la propria situazione attraverso la conoscenza e la comprensione dei vari aspetti legati alla condizione pediatrica, nonché delle reazioni emotive e comportamentali del bambino e dei genitori. Un individuo istruito sulla propria condizione è più propenso a partecipare attivamente alla propria autogestione e alla prevenzione delle recidive. Ciò si traduce in cambiamenti nei rapporti sociali e nell’autostima, connessi a una maggiore autoefficacia.
La struttura della psicoeducazione può adottare diverse metodiche e scenari, adeguandosi a specifiche difficoltà, tipo di disturbo, età evolutiva e bisogni individuali. Gli incontri possono essere condotti in gruppo, coinvolgendo familiari o avvenire individualmente.
La psicoeducazione di gruppo si dimostra efficace grazie al supporto del gruppo e alla consapevolezza di non essere soli. Questi incontri, guidati da esperti, diventano luoghi di scambio di paure, esperienze, risorse e informazioni. Trova applicazione preventiva anche nelle scuole, affrontando temi attuali come affettività, gestione delle emozioni, abilità sociali e contrasto al bullismo. Inoltre, fornisce istruzioni su condizioni specifiche come diabete o epilessia, che possono generare confusione tra i compagni di classe o gli insegnanti.
La psicoeducazione individuale, più specifica e rivolta a trattare dettagliatamente informazioni e argomenti attinenti alla situazione personale, rappresenta un’opzione per coloro che preferiscono incontri individuali, garantendo un ambiente di sicurezza e fiducia con lo psicoterapeuta.
Per quanto riguarda i genitori e le famiglie, la psicoeducazione si configura come un programma comune, riducendo lo stress in famiglia e migliorando le relazioni tra i membri. Questo approccio favorisce scambi di idee e discussioni tra il terapeuta e i familiari, potendo essere implementato contemporaneamente per diverse famiglie. In casi di bambini piccoli o pazienti gravemente compromessi mentalmente, la psicoeducazione può essere svolta congiuntamente con i familiari e/o i genitori, rappresentando spesso l’opzione più efficace. Tale coinvolgimento facilita l’apprendimento continuo anche a casa, affrontando questioni e problemi che il bambino potrebbe non comprendere completamente. In questo modo, quando sarà pronto, i genitori stessi potranno spiegare in modo educativo concetti più complessi.