
La mente e il cervello: la scoperta della neuroplasticità
La relazione tra la mente e il cervello ha affascinato per anni neuroscienziati e psicologi. Secondo lo psichiatra Jeffrey Schwartz, la mente e il cervello non sono la stessa cosa, ma la mente ha la capacità di influenzare profondamente il cervello. Questo concetto si basa sulla neuroplasticità, la straordinaria capacità del cervello di cambiare e adattarsi in risposta alle esperienze. Nei bambini, questa plasticità è particolarmente pronunciata, poiché il loro cervello è in una fase di crescita e sviluppo.
La scoperta della neuroplasticità ha rivoluzionato il nostro modo di pensare il cervello, dimostrando che non è un organo rigido e immutabile, ma che può essere “modellato” dalla nostra attenzione e volontà. In altre parole, possiamo scegliere dove concentrare la nostra mente e, attraverso pratiche come la mindfulness, possiamo influenzare direttamente la struttura e le funzioni del nostro cervello. Schwartz ha definito questo fenomeno come “neuroplasticità autodiretta”, sottolineando il potere della mente di guidare i cambiamenti cerebrali.
Effetti neurofisiologici della mindfulness: come cambia il cervello
Grazie agli studi di neuroimaging, che ci permettono di osservare in tempo reale l’attività del cervello, sappiamo che la mindfulness, praticata con costanza, produce cambiamenti neurofisiologici misurabili. Ecco alcune delle principali trasformazioni osservate:
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Aumento del volume della corteccia prefrontale: questa regione del cervello è coinvolta nei processi cognitivi superiori, come l’attenzione, la pianificazione e il controllo delle emozioni. Nei bambini che praticano mindfulness, si osserva un aumento del volume di questa area, che si traduce in un miglioramento delle capacità di attenzione e di apprendimento.
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Riduzione del volume dell’amigdala: l’amigdala è il centro del cervello responsabile della gestione di emozioni come la paura e l’ansia. Nei bambini esposti a stress cronico o traumi, l’amigdala può essere iperattiva, contribuendo a problemi di ansia e stress. La pratica della mindfulness aiuta a ridurre il volume di questa struttura, diminuendo così le risposte emotive automatiche legate alla paura e allo stress.
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Sviluppo della giunzione temporoparietale (TPJ) e della corteccia cingolata posteriore (PCC): queste regioni cerebrali sono fondamentali per l’empatia, la consapevolezza di sé e la capacità di comprendere le emozioni degli altri. Nei bambini che praticano mindfulness, si osserva un aumento dell’attività in queste aree, facilitando lo sviluppo di empatia e compassione, competenze sociali essenziali per una crescita armoniosa.
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Sviluppo dell’ippocampo: l’ippocampo è una struttura chiave per la memoria a lungo termine e per la capacità di navigare nello spazio. La pratica della mindfulness è associata a un aumento dello spessore dell’ippocampo, migliorando le capacità di memoria e orientamento nei bambini.
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Conservazione della materia corticale con l’avanzare dell’età: gli studi hanno dimostrato che la mindfulness aiuta a conservare la materia corticale, mantenendo così le capacità cognitive anche in età avanzata. Questo è particolarmente importante per i bambini, poiché preserva il loro potenziale di apprendimento a lungo termine.
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Aumento della produzione di neurotrasmettitori: la mindfulness stimola la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e la melatonina, che sono fondamentali per la regolazione dell’umore e del sonno. Nei bambini, questo può tradursi in un miglioramento dell’umore e in una maggiore qualità del sonno, fattori fondamentali per il benessere globale.
Il Default Mode Network e la mindfulness: una mente più consapevole
Un altro aspetto affascinante della mindfulness è il suo impatto sul Default Mode Network (DMN), una rete di aree cerebrali che è attiva quando la mente è a riposo o vaga. Il DMN è coinvolto in processi autoreferenziali, come la riflessione sul passato o la preoccupazione per il futuro. Nei bambini che praticano mindfulness, si osserva una riduzione dell’attività del DMN, associata a un aumento della connettività tra la corteccia cingolata anteriore, la corteccia prefrontale dorsolaterale e altre regioni coinvolte nel controllo cognitivo.
Questi cambiamenti indicano che la mindfulness aiuta i bambini a ridurre il coinvolgimento in pensieri autoreferenziali, favorendo invece una maggiore consapevolezza del momento presente. Questo stato di consapevolezza è essenziale per migliorare la capacità dei bambini di gestire le proprie emozioni e di rimanere concentrati su ciò che accade nel “qui e ora”.
Effetti fisiologici della mindfulness: il corpo risponde
Non solo il cervello, ma anche il corpo dei bambini beneficia della mindfulness. Gli studi hanno dimostrato che la pratica mindfulness ha un impatto positivo sul sistema nervoso autonomo, responsabile della regolazione delle funzioni corporee involontarie, come il battito cardiaco e la respirazione. Tra i principali effetti osservati ci sono:
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Aumento della variabilità della frequenza cardiaca (HRV): un HRV più elevato è indice di una maggiore capacità del corpo di adattarsi allo stress. Nei bambini che praticano mindfulness, si osserva un aumento dell’HRV, che si traduce in una migliore regolazione emotiva e capacità di recupero dallo stress.
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Riduzione del battito cardiaco e del ritmo respiratorio: la mindfulness promuove uno stato di calma nel corpo, riducendo il battito cardiaco e il ritmo respiratorio. Questo aiuta i bambini a rilassarsi e a gestire meglio le situazioni di ansia o stress.
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Diminuzione della conduttanza cutanea: la conduttanza cutanea, un indicatore di stress fisiologico, diminuisce nei bambini che praticano mindfulness, confermando la sua capacità di ridurre lo stress fisico.
Mindfulness e sviluppo emotivo nei bambini
Sebbene gli studi sugli effetti della mindfulness nei bambini siano ancora nelle prime fasi, i risultati finora ottenuti sono promettenti. Nei bambini che partecipano a programmi basati sulla mindfulness, è stato osservato un miglioramento della capacità di gestire lo stress, un aumento del benessere psicologico e una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni.
Gli studi mostrano anche una diminuzione dell’attivazione dell’amigdala e una maggiore connettività funzionale tra l’amigdala e la corteccia prefrontale ventromediale, che è associata a una migliore regolazione emotiva. Inoltre, l’utilizzo di giochi interattivi basati sulla mindfulness, come i libri che insegnano tecniche di respirazione consapevole, ha dimostrato di aumentare le capacità attentive nei bambini, migliorando così le prestazioni scolastiche.
La mindfulness rappresenta uno strumento potente per i bambini, non solo per migliorare il loro benessere emotivo e cognitivo, ma anche per plasmare il loro cervello in modo positivo. Promuovere la consapevolezza fin dalla giovane età può aiutare i bambini a sviluppare abilità fondamentali per la gestione dello stress e la crescita emotiva, offrendo loro le basi per un futuro equilibrato e sereno.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
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