Nel nostro precedente articolo (Fattori di rischio e fattori protettivi) abbiamo esplorato l’importanza dei fattori di rischio e protettivi nel contesto della salute mentale e del comportamento umano. Abbiamo discusso come i fattori di rischio possano aumentare la probabilità di sviluppare problemi psicologici o comportamenti disadattivi, mentre i fattori protettivi possano ridurre o prevenire tali problematiche. Abbiamo inoltre esaminato l’interazione tra questi fattori e l’ambiente, evidenziando come un contesto familiare stabile possa agire da protezione, mentre un ambiente stressante possa amplificare i rischi.
In questo nuovo approfondimento, analizzeremo più dettagliatamente le categorie specifiche di fattori di rischio e di protezione, come definite da Coie e colleghi (1993), e come questi elementi possano influenzare il percorso terapeutico. Esamineremo i momenti critici del ciclo vitale, gli eventi stressanti e le condizioni di stress cronico, oltre a considerare l’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce per promuovere il benessere psicologico.
FATTORI DI RISCHIO E DI PROTEZIONE NEL PROCESSO TERAPEUTICO: UN APPROFONDIMENTO
Nella pratica terapeutica, la comprensione dei fattori di rischio e di protezione è fondamentale per favorire un intervento efficace. Questi fattori influenzano in modo significativo il benessere psicologico e il percorso di recupero di un individuo, rendendo essenziale per i professionisti della salute mentale identificarli e gestirli adeguatamente.
FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio possono essere classificati in tre categorie principali: momenti critici del ciclo vitale, eventi stressanti particolari e condizioni di stress cronico.
Momenti critici del ciclo vitale
Questi momenti rappresentano fasi particolarmente significative e delicate nella vita di una persona, sia a livello individuale che familiare. Esempi includono l’adolescenza, il passaggio tra diversi livelli di istruzione, la gravidanza, il pensionamento e la vecchiaia. Per le famiglie, esempi rilevanti possono essere la nascita di un nuovo figlio, le separazioni e l’allontanamento dei figli da casa.
Eventi stressanti
Gli eventi stressanti comprendono sia esperienze negative che situazioni positive che richiedono significative modifiche comportamentali o di stile di vita. Tra gli eventi negativi si possono annoverare incidenti, licenziamenti, traumi e lutti, mentre tra quelli positivi si includono l’inizio di un nuovo lavoro o una vincita significativa.
Condizioni di stress cronico
Queste condizioni riguardano situazioni di vita continuative che influenzano negativamente il benessere psicologico. Si riferiscono sia a contesti ecologici (ad esempio, spazi abitativi ristretti e ambienti degradati) sia a contesti sociali (come lavoro precario, basso livello di istruzione e rete sociale limitata).
Secondo Coie e colleghi (1993), i fattori di rischio generali possono essere suddivisi in diverse categorie, senza particolari priorità:
- Difficoltà emozionali: esperienze di abuso nell’infanzia, eventi di vita stressanti, bassa autostima, scarso controllo emozionale.
- Problemi interpersonali: rifiuto dei pari, isolamento, chiusura rigida ed eccessiva.
- Circostanze familiari: bassa classe sociale di appartenenza, conflitti familiari, scarso legame con i genitori, famiglie disorganizzate, disturbi della comunicazione.
- Handicap costituzionali: complicazioni prenatali, handicap sensoriali e organici.
- Contesti ecologici: disorganizzazione del quartiere, disoccupazione, gravi condizioni di povertà.
- Problemi scolastici: demotivazione, insuccessi scolastici.
- Ritardi nello sviluppo: intelligenza sotto la norma, disabilità della lettura, deficit dell’attenzione, incompetenza sociale.
Questi fattori, combinati con eventi normali della vita e condizioni personali di vulnerabilità (genetica, biologica, psicologica), possono contribuire significativamente allo sviluppo e alla cronicizzazione di disturbi psicologici. Tuttavia, il benessere mentale non implica l’assenza di sofferenze, ma piuttosto la capacità di affrontare e superare le difficoltà riportando la propria condizione a uno stato di equilibrio e adattamento.
FATTORI PROTETTIVI
L’essere umano attraversa fasi di cambiamento alla ricerca di un equilibrio superiore. Durante queste fasi, l’individuo diventa più sensibile ai fattori interni ed esterni che interagiscono nello sviluppo (Rutter e Rutter, 1995). Superare determinati stadi evolutivi è indice di un processo di crescita verso la maturità. La risoluzione dei compiti di sviluppo è predittiva del passaggio a livelli superiori di maturazione.
Secondo Werner e Smith (1992), i principali fattori di protezione della salute correlati all’età evolutiva includono:
- Fattori protettivi individuali: primogenitura, buon temperamento, disposizione affettuosa, sensibilità personale, autonomia, competenza sociale e comunicativa, abilità nel focalizzare l’attenzione e nell’autocontrollo, locus of control interno, interessi e hobby.
- Fattori protettivi familiari e ambientali: meno di quattro figli a distanza di almeno due anni l’uno dall’altro, elevata attenzione al bambino nel primo anno di vita, relazione positiva tra genitori, sostegno alla madre nell’accudimento del piccolo, madre con un lavoro fisso, supporto da parenti o vicini di casa, coerenza delle regole familiari, integrazione nel gruppo dei pari.
La psicopatologia dello sviluppo si concentra sull’identificazione e il potenziamento delle competenze atte a far fronte agli eventi stressanti. Secondo Rutter e Rutter (1995), i fattori protettivi funzionano come variabili indipendenti che riducono l’impatto del rischio, mediando tra fattori di rischio e comportamento in situazioni di stress. Garmezy (1985, cit. in Cummings et al. 2000) suddivide i fattori di protezione in tre aree principali, sostenendo che moderano l’influenza dei fattori di rischio, ne riducono l’impatto e possono isolarne l’effetto:
- Attributi individuali: temperamento, tratti di personalità, sesso, stile di coping, locus of control, autostima.
- Caratteristiche familiari: coesione familiare, calore parentale.
- Circostanze extrafamiliari: disponibilità di adulti significativi, esperienze positive a livello scolastico e sociale, supporto e integrazione della comunità.
L’obiettivo di un percorso terapeutico include la prevenzione delle condizioni di rischio e la promozione dei fattori protettivi. Un intervento efficace in età evolutiva deve considerare la prospettiva temporale delle difficoltà psicologiche e intervenire precocemente sui meccanismi interpersonali e intrapersonali che regolano il processo patologico.
I fattori di rischio e di protezione giocano quindi un ruolo fondamentale nel processo terapeutico. Identificarli e gestirli adeguatamente permette ai professionisti della salute mentale di supportare meglio i loro pazienti, aiutandoli a sviluppare le competenze necessarie per affrontare le difficoltà e migliorare il proprio benessere psicologico.
Articolo curato da:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
- Perdighe, C., & Mancini, F. (2008). Elementi di psicoterapia cognitiva. Fioriti, Roma.
- Coie, J. D., Watt, N. F., West, S. G., Hawkins, J. D., Asarnow, J. R., Markman, H. J., Ramey, S. L., Shure, M. B., & Long, B. (1993). The science of prevention: A conceptual framework and some directions for a national research program. American Psychologist, 48(10), 1013-1022.
- Rutter, M., & Rutter, M. (1995). Developing Minds: Challenge and Continuity Across the Life Span. Basic Books.
- Werner, E. E., & Smith, R. S. (1992). Overcoming the Odds: High Risk Children from Birth to Adulthood. Cornell University Press.
- Garmezy, N. (1985). Stress-resistant children: The search for protective factors. In J. E. Stevenson (Ed.), Recent Research in Developmental Psychopathology: Journal of Child Psychology and Psychiatry Book Supplement No. 4 (pp. 213-233). Pergamon Press.
- Cummings, E. M., Davies, P. T., & Campbell, S. B. (2000). Developmental Psychopathology and Family Process: Theory, Research, and Clinical Implications. Guilford Press.