Quando l’ansia bussa alla pancia: l’impatto dell’ansia materna sull’attaccamento prenatale

Ansia e Attaccamento Prenatale

L’ansia durante la gravidanza è un fenomeno sempre più studiato, non solo per l’impatto che ha sul benessere materno, ma anche per le sue implicazioni sullo sviluppo del feto e sulla qualità dell’attaccamento prenatale (Van den Bergh et al., 2005). L’attaccamento prenatale, definito come il legame emotivo che la madre sviluppa verso il bambino non ancora nato (Condon, 1993), rappresenta un predittore significativo della relazione madre-bambino nel periodo postnatale e dello sviluppo socio-emotivo del bambino (Mikulincer & Shaver, 2007). Tuttavia, quando la madre è sopraffatta dall’ansia, questo legame può essere compromesso, portando a conseguenze che si estendono ben oltre la gravidanza.

L’ansia materna, caratterizzata da preoccupazioni persistenti, paure irrazionali e sintomi somatici come insonnia e tensione muscolare (Spielberger, 1983), può influenzare il modo in cui la madre percepisce il feto e il proprio ruolo materno. Secondo un’ampia revisione di Dunkel Schetter e Tanner (2012), l’ansia durante la gravidanza è associata a un minore coinvolgimento emotivo della madre con il feto, influenzando comportamenti come parlare al pancione, accarezzarlo o immaginare la vita con il bambino. Questo articolo esplorerà in profondità come l’ansia materna influenzi l’attaccamento prenatale e presenterà strategie basate sull’evidenza per supportare le madri ansiose, migliorando il loro benessere e favorendo un attaccamento sicuro.

L’Ansia Materna durante la Gravidanza: Un Ostacolo Silenzioso all’Attaccamento Prenatale

L’ansia materna in gravidanza può essere scatenata da molteplici fattori, tra cui la paura di complicazioni, preoccupazioni per il futuro del bambino, e stress legati al lavoro o alla vita familiare (Field, 2011). Le donne con disturbi d’ansia preesistenti sono particolarmente vulnerabili, ma anche quelle senza una storia clinica possono sviluppare ansia a causa dei cambiamenti ormonali e delle nuove responsabilità percepite (Ross & McLean, 2006). Secondo uno studio longitudinale di Huizink et al. (2004), circa il 15-20% delle donne sperimenta livelli clinicamente significativi di ansia durante la gravidanza, con un impatto diretto sul loro legame con il feto.

Le madri ansiose tendono a percepire il feto come una fonte di ulteriore stress piuttosto che come un’entità con cui costruire un legame affettivo (Van den Bergh et al., 2005). Questa percezione può limitare le interazioni positive con il pancione, come parlare al bambino o immaginare il futuro insieme, comportamenti che sono stati identificati come fondamentali per lo sviluppo di un attaccamento prenatale sicuro (Condon & Corkindale, 1997). Inoltre, l’ansia può portare a comportamenti evitanti, come ritardare la preparazione del nido o evitare discussioni sulla gravidanza, influenzando negativamente la qualità dell’attaccamento.

Meccanismi Psicobiologici dell’Ansia sull’Attaccamento Prenatale

L’ansia materna durante la gravidanza non influisce solo sul comportamento, ma attiva anche una serie di meccanismi psicobiologici che possono alterare il processo di attaccamento. Uno dei principali mediatori è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), responsabile della risposta allo stress (Glover, 2014). L’attivazione cronica di questo sistema porta a un aumento dei livelli di cortisolo, un ormone che attraversa la placenta e può influenzare lo sviluppo neurobiologico del feto (O’Connor et al., 2005).

Alti livelli di cortisolo durante la gravidanza sono stati associati a una riduzione dei movimenti fetali e a un aumento della frequenza cardiaca fetale, segni di stress intrauterino che possono interferire con l’interazione materno-fetale (Field et al., 2003). Inoltre, l’ansia materna può ridurre la produzione di ossitocina, un ormone cruciale per il legame emotivo, influenzando ulteriormente la qualità dell’attaccamento prenatale (Uvnäs-Moberg, 2003). Questi cambiamenti biologici non solo compromettono l’attaccamento prenatale, ma possono anche predisporre il bambino a difficoltà emotive e comportamentali nel corso della vita (Barker, 1998).

Conseguenze dell’Ansia Prenatale sull’Attaccamento Postnatale e sullo Sviluppo Infantile

Le conseguenze dell’ansia materna durante la gravidanza non si limitano al periodo prenatale, ma si estendono al periodo postnatale e allo sviluppo infantile. Uno studio di Kaplan et al. (2008) ha evidenziato che le madri con alti livelli di ansia durante la gravidanza mostrano una minore sensibilità nelle interazioni con il neonato, influenzando negativamente lo sviluppo dell’attaccamento postnatale. I bambini di madri ansiose hanno una maggiore probabilità di sviluppare un attaccamento insicuro, caratterizzato da comportamenti di ansia da separazione, difficoltà di regolazione emotiva e problemi comportamentali (Murray et al., 1999).

Dal punto di vista dello sviluppo infantile, l’ansia prenatale materna è stata associata a una maggiore incidenza di disturbi d’ansia e depressione nei bambini, nonché a difficoltà cognitive e di attenzione (Van den Bergh & Marcoen, 2004). Questi effetti sono mediati non solo dai meccanismi biologici descritti in precedenza, ma anche dalle interazioni postnatali compromesse, che limitano l’esposizione del bambino a esperienze di cura sensibili e reattive (Feldman et al., 2009).

Strategie di Intervento per Supportare le Madri Ansiose e Favorire l’Attaccamento Prenatale

Supportare le madri ansiose durante la gravidanza è fondamentale per migliorare il loro benessere e favorire un attaccamento prenatale sicuro. Gli interventi psicologici, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), si sono dimostrati efficaci nel ridurre i livelli di ansia durante la gravidanza, migliorando il legame materno-fetale (Misri et al., 2013). La CBT aiuta le madri a identificare e modificare i pensieri disfunzionali legati alla gravidanza e alla maternità, promuovendo comportamenti di attaccamento positivi.

Un’altra strategia efficace è l’uso di interventi basati sulla mindfulness, come il Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), che ha dimostrato di ridurre l’ansia materna e aumentare la consapevolezza e l’accettazione del proprio corpo in gravidanza (Duncan & Bardacke, 2010). La pratica della mindfulness aiuta le madri a connettersi con il proprio corpo e con il bambino, facilitando momenti di interazione affettuosa come accarezzare il pancione o parlare al feto.

Il supporto sociale gioca un ruolo basilare nel ridurre l’ansia e promuovere l’attaccamento prenatale. Gruppi di supporto per donne in gravidanza, dove le madri possono condividere le proprie esperienze e ricevere supporto emotivo, hanno dimostrato di migliorare significativamente il benessere psicologico materno (Collins et al., 1993). Inoltre, il coinvolgimento del partner nelle attività prenatali, come le visite ecografiche e le sessioni di rilassamento, può rafforzare il senso di sicurezza della madre e promuovere un legame più forte con il bambino (Condon et al., 2013).

L’ansia materna durante la gravidanza rappresenta una sfida significativa per l’attaccamento prenatale, con implicazioni che si estendono al periodo postnatale e allo sviluppo infantile. Tuttavia, attraverso interventi psicologici mirati, pratiche di mindfulness e un adeguato supporto sociale, è possibile ridurre l’ansia materna e promuovere un attaccamento sicuro e positivo. I professionisti della salute mentale hanno un ruolo cruciale nel supportare le madri ansiose, fornendo strumenti e risorse che facilitano il loro benessere e quello dei loro bambini.

Articolo a cura del: 
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

Fonti bibliografiche:

  • Barker, D. J. P. (1998). In utero programming of chronic disease. Clinical Science, 95(2), 115-128.
  • Condon, J. T. (1993). The assessment of antenatal emotional attachment: Development of a questionnaire instrument. British Journal of Medical Psychology, 70(4), 359-372.
  • Duncan, L. G., & Bardacke, N. (2010). Mindfulness-based childbirth and parenting education: Promoting maternal mental health and attachment. Archives of Women’s Mental Health, 13(4), 373-384.
  • Feldman, R., Granat, A., Pariente, C., Kanety, H., Kuint, J., & Gilboa-Schechtman, E. (2009). Maternal depression and anxiety across the postpartum year and infant social engagement, fear regulation, and stress reactivity. Developmental Psychopathology, 21(1), 357-373.
  • Field, T. (2011). Prenatal anxiety effects: A review. Infant Behavior and Development, 34(1), 1-14.
  • Glover, V. (2014). Maternal depression, anxiety and stress during pregnancy and child outcome; What needs to be done. Best Practice & Research Clinical Obstetrics & Gynaecology, 28(1), 25-35.
  • Huizink, A. C., Mulder, E. J., & Buitelaar, J. K. (2004). Prenatal stress and risk for psychopathology: Specific effects or induction of general susceptibility? Psychological Bulletin, 130(1), 115-142.
  • Mikulincer, M., & Shaver, P. R. (2007). Attachment in adulthood: Structure, dynamics, and change. Guilford Press.
  • Misri, S., Swift, E., Abizadeh, J., Shankar, R., & Moses-Kolko, E. (2013). A pilot study of the impact of cognitive behavioral therapy on antenatal depression. Depression and Anxiety, 30(3), 240-249.
  • O’Connor, T. G., Heron, J., Golding, J., Beveridge, M., & Glover, V. (2005). Maternal antenatal anxiety and children’s behavioural/emotional problems at 4 years: Report from the Avon Longitudinal Study of Parents and Children. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 44(2), 156-164.
  • Ross, L. E., & McLean, L. M. (2006). Anxiety disorders during pregnancy and the postpartum period: A systematic review. Journal of Clinical Psychiatry, 67(8), 1285-1298.
  • Spielberger, C. D. (1983). Manual for the State-Trait Anxiety Inventory (STAI). Consulting Psychologists Press.
  • Van den Bergh, B. R. H., & Marcoen, A. (2004). High antenatal maternal anxiety is related to ADHD symptoms, externalizing problems, and anxiety in 8- and 9-year-olds. Child Development, 75(4), 1085-1097.
  • Van den Bergh, B. R. H., Mulder, E. J. H., Mennes, M., & Glover, V. (2005). Antenatal maternal anxiety and stress and the neurobehavioral development of the fetus and child: Links and possible mechanisms. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 29(2), 237-258.

Richiesta consulenza

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome e Cognome
Come ci ha conosciuto?
Indicare come preferisce svolgere la consulenza:
Indicare il tipo di problema per il quale si chiede aiuto:
Scopo della consulenza:
Si è già rivolto a un altro professionista per questa problematica?
L’altro genitore è stato informato della richiesta di consulenza?
Consapevolezza del consenso informato obbligatorio:
Sono consapevole che qualsiasi tipo di intervento che coinvolga il minore richiede, per legge, il consenso informato di entrambi i genitori. In caso di affido super-esclusivo o decesso dell'altro genitore, sarà necessario fornire documentazione adeguata.
Privacy policy
Preso atto dell’Informativa privacy dello Studio di Psicoterapia e Psicologia Pediatrica - Dott. Samuele Russo, (consultabile a questo link: https://www.psicologiapediatrica.it/privacy) acconsento espressamente al trattamento dei miei dati personali con le modalità indicate, inclusa la possibilità di ricevere comunicazioni informative.