
PMA e Attaccamento Materno
La procreazione medicalmente assistita (PMA) rappresenta una sfida complessa non solo dal punto di vista medico, ma anche psicologico. Le donne che affrontano questo percorso spesso si trovano a vivere un vortice di emozioni contrastanti: speranza, ansia, paura e, talvolta, frustrazione. L’attaccamento materno, definito come il legame emotivo che si instaura tra la madre e il bambino, può essere influenzato in modo significativo dalle esperienze vissute durante la PMA. Cranley (1984) ha sottolineato che l’attaccamento prenatale inizia già durante la gravidanza, mentre Condon e Corkindale (1997) hanno evidenziato come le emozioni materne influenzino profondamente questo legame.
Il processo di PMA, con i suoi cicli di stimolazione ormonale, attese estenuanti e possibili fallimenti, può generare alti livelli di stress e ansia, compromettendo la qualità dell’attaccamento prenatale. Studi come quelli di Hammarberg et al. (2008) e Glover et al. (2010) hanno dimostrato che le donne sottoposte a PMA presentano livelli più elevati di ansia e depressione rispetto a quelle che concepiscono naturalmente, influenzando così il loro legame con il bambino durante la gravidanza e dopo la nascita.
L’Ansia e la Depressione nel Percorso di PMA: Un Ostacolo all’Attaccamento
L’ansia e la depressione sono due delle principali complicazioni psicologiche riscontrate nelle donne che affrontano la PMA. Secondo uno studio di Verhaak et al. (2007), circa il 25-30% delle donne sottoposte a trattamenti di fertilità sperimenta livelli clinicamente significativi di ansia e depressione. Questi disturbi psicologici non solo impattano sul benessere della madre, ma anche sul suo rapporto con il feto. La presenza di ansia durante la gravidanza è stata associata a una minore frequenza di comportamenti di attaccamento prenatale, come parlare al bambino o accarezzare il ventre (Glover et al., 2010).
Le donne che attraversano più cicli di PMA, in particolare, mostrano un livello crescente di ansia dovuto al timore di un fallimento reiterato. Questo stato psicologico, spesso accompagnato da sentimenti di colpa e inadeguatezza, può limitare la capacità della madre di investire emotivamente nella gravidanza, creando una sorta di “attaccamento condizionato”, in cui l’affetto verso il feto viene trattenuto fino alla conferma della vitalità della gravidanza stessa (Hammarberg et al., 2008).
Il Ruolo dell’Autostima nel Processo di PMA e l’Attaccamento Materno
L’autostima materna gioca un ruolo essenziale nel processo di attaccamento prenatale. Le donne che affrontano la PMA spesso sperimentano una diminuzione della loro autostima, derivante dall’incapacità percepita di concepire naturalmente. Uno studio di Gameiro et al. (2014) ha rilevato che le donne con bassa autostima durante il percorso di PMA mostrano livelli inferiori di attaccamento prenatale, poiché tendono a vedere la gravidanza come un evento fragile e a temere costantemente il fallimento.
Inoltre, l’autostima influisce direttamente sulla qualità della cura materna postnatale. Le madri che affrontano la PMA con una bassa percezione di sé stesse possono avere difficoltà a rispondere in modo sensibile e attento ai bisogni del neonato, compromettendo così l’instaurarsi di un attaccamento sicuro (McMahon et al., 2011). Il supporto psicologico durante il percorso di PMA diventa quindi essenziale per rafforzare l’autostima materna e favorire un attaccamento positivo sia durante la gravidanza che dopo la nascita.
Attaccamento Prenatale nelle Gravidanze da PMA: Fattori di Rischio e di Protezione
Le gravidanze ottenute tramite PMA sono spesso caratterizzate da un attaccamento prenatale più complesso e ambivalente. Secondo un’indagine di Hjelmstedt et al. (2004), le donne che hanno concepito attraverso PMA mostrano livelli iniziali più bassi di attaccamento prenatale rispetto a quelle che hanno concepito spontaneamente, soprattutto nei primi trimestri, a causa della paura di perdere il bambino. Tuttavia, una volta superata la fase critica del primo trimestre, il loro attaccamento tende a rafforzarsi, spesso superando quello delle gravidanze naturali.
Fattori protettivi come il supporto del partner, l’assistenza psicologica e la presenza di una rete sociale solida possono mitigare gli effetti negativi della PMA sull’attaccamento materno. Boivin et al. (2012) hanno evidenziato che le donne che ricevono un supporto emotivo costante durante la PMA sviluppano un attaccamento prenatale più forte, indipendentemente dall’esito del trattamento. Inoltre, interventi di supporto psicologico, come la terapia cognitivo-comportamentale, hanno dimostrato di ridurre significativamente i livelli di ansia e depressione, facilitando l’instaurarsi di un legame materno positivo (Domar et al., 2011).
Attaccamento Postnatale: Le Conseguenze della PMA sul Legame Madre-Bambino
L’attaccamento postnatale nelle madri che hanno affrontato la PMA può essere influenzato da vari fattori, tra cui le esperienze vissute durante il trattamento e il livello di supporto ricevuto. Uno studio longitudinale di Fisher et al. (2010) ha rilevato che le madri che hanno attraversato numerosi cicli di PMA tendono a manifestare una maggiore ansia postnatale, che può interferire con l’instaurarsi di un attaccamento sicuro.
Tuttavia, la PMA può anche rafforzare il legame madre-bambino: la lunga attesa e gli sforzi compiuti per concepire spesso portano a un investimento emotivo intenso nel bambino, che si manifesta in una maggiore attenzione e cura postnatale (Golombok et al., 2006). Allo stesso tempo, il rischio di iperprotezione e ansia materna non deve essere sottovalutato, poiché può limitare l’autonomia del bambino e influenzare negativamente il suo sviluppo emotivo.
Conclusioni e Raccomandazioni Cliniche
L’impatto psicologico della PMA sull’attaccamento materno è un fenomeno complesso che richiede un’attenzione particolare da parte dei professionisti della salute mentale. Le donne che affrontano questo percorso necessitano di un supporto psicologico continuo, volto a ridurre l’ansia, migliorare l’autostima e facilitare l’instaurarsi di un attaccamento materno positivo. Gli interventi psicologici, come la terapia di supporto e la psicoeducazione, possono contribuire a migliorare il benessere materno e a promuovere un legame sicuro tra madre e bambino.
Le implicazioni cliniche suggeriscono l’importanza di integrare il supporto psicologico nei programmi di PMA, non solo durante il trattamento, ma anche nelle fasi prenatali e postnatali. Garantire un accompagnamento psicologico personalizzato può fare la differenza nel favorire un attaccamento materno sano e nel promuovere il benessere del bambino.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Fonti bibliografiche:
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