Introduzione alla Teoria dell’Attaccamento
La teoria dell’attaccamento di John Bowlby rappresenta un punto di partenza essenziale per comprendere le dinamiche fondamentali delle relazioni interpersonali e lo sviluppo emotivo durante l’infanzia e oltre. Bowlby, un influente psicoanalista e psicologo del XX secolo, ha introdotto questa teoria rivoluzionaria nei suoi scritti seminali, in particolare nel suo lavoro “Attachment and Loss: Volume 1. Attachment” (Bowlby, 1969). Basata sull’osservazione empirica e sulla teoria dell’evoluzione, la teoria dell’attaccamento di Bowlby propone che i legami emotivi formati tra i bambini e i loro caregiver siano fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo psicologico sano (Bowlby, 1969).
Secondo Bowlby, l’attaccamento è un legame emotivo intenso e duraturo che si sviluppa tra il bambino e il caregiver primario, generalmente la madre, e funge da base sicura da cui esplorare il mondo circostante (Bowlby, 1969). Questo concetto di “base sicura” è diventato centrale nella comprensione dell’attaccamento sicuro e della sua importanza nello sviluppo infantile (Waters & Cummings, 2000).
Una delle caratteristiche distintive della teoria di Bowlby è stata l’introduzione del concetto di “Internal Working Models” (IWM) (Bretherton & Munholland, 1999). Bowlby suggerisce che i bambini sviluppano modelli mentali interni basati sulle loro esperienze di attaccamento con il caregiver primario, che influenzano le loro aspettative e i loro comportamenti nelle relazioni future (Bretherton & Munholland, 1999). Questi modelli interni, formati durante l’infanzia, continuano ad influenzare le relazioni interpersonali anche nell’età adulta (Mikulincer & Shaver, 2007).
Attraverso la sua teoria dell’attaccamento, Bowlby ha aperto nuove vie per la ricerca nell’ambito dello sviluppo infantile e delle relazioni interpersonali, con implicazioni significative per la pratica clinica e per la comprensione del benessere emotivo individuale. Le sue idee hanno continuato a influenzare la psicologia contemporanea e rappresentano un punto di riferimento fondamentale per lo studio dell’attaccamento e delle relazioni interpersonali (Cassidy & Shaver, 2016).
Sicurezza nell’Attaccamento
La componente fondamentale nello sviluppo dell’attaccamento del bambino è la “sicurezza” nei confronti del genitore. Le relazioni di attaccamento sicuro si distinguono per due aspetti cruciali:
Innanzitutto, il bambino sviluppa la fiducia nel fatto che il genitore o la figura di attaccamento sia emotivamente disponibile e pronto a rispondere ai suoi bisogni. Questo evita che il bambino debba costantemente verificare la disponibilità del genitore o la sua volontà di intervenire.
Inoltre, il bambino con attaccamento sicuro crede che il genitore sarà in grado di confortarlo e sostenerlo in momenti di bisogno, alleviando la sua sofferenza.
Differenze nelle Relazioni di Attaccamento
I bambini tendono a sviluppare legami di attaccamento con i loro caregiver, salvo in casi estremi di deprivazione, come in istituti di scarsa qualità dove non ricevono cure personalizzate. Tuttavia, la natura di tali relazioni varia a seconda della qualità delle cure fornite. Di solito, all’interno del gruppo di persone con cui il bambino ha sviluppato un legame di attaccamento, esiste una gerarchia di preferenze. Pertanto, quando è necessario conforto, il bambino di solito sceglie una o due figure principali tra quelle disponibili.
In una relazione di attaccamento sicuro, il bambino non sperimenta ansia dovuta alla dipendenza dal genitore. Al contrario, si sente libero di esprimere disagio e bisogno di vicinanza senza inibizioni. Il genitore rappresenta un “porto sicuro” al quale il bambino può rivolgersi per conforto e sostegno, esprimendo liberamente la propria vulnerabilità e cercando il contatto ravvicinato. Il bambino ha fiducia che i suoi bisogni saranno soddisfatti in modo tempestivo. Grazie a questo tipo di supporto, i bambini con attaccamento sicuro di solito recuperano rapidamente da eventuali disagi. Utilizzando il genitore come “base sicura” da cui esplorare l’ambiente circostante, ritornano facilmente a impegnarsi in altre attività.
L’attaccamento sicuro
L’attaccamento sicuro, un pilastro fondamentale nello sviluppo emotivo del bambino, si rivela in modo evidente quando il bambino affronta situazioni che mettono leggermente a repentaglio la soddisfazione dei suoi bisogni di attaccamento. Un esempio concreto potrebbe essere quello in cui il bambino si trova in un ambiente nuovo, magari con una persona sconosciuta, dopo essere stato lasciato da solo per un breve periodo dal genitore. In tali circostanze, prima della separazione, i bambini con attaccamento sicuro dimostrano curiosità nel esplorare il nuovo ambiente e potrebbero anche mostrare interesse verso la persona sconosciuta. Tuttavia, una volta che il genitore si allontana, emergono chiaramente i bisogni di attaccamento del bambino.
Essendo abituati a un’interazione sensibile e attenta, i bambini con attaccamento sicuro non esitano a manifestare il loro disagio per l’allontanamento del genitore e il desiderio di riavvicinarsi a lui. Di solito, reagiscono a questa separazione con proteste e pianti. Al ritorno del genitore, il bambino confida nella capacità del genitore di rispondere alla sua sofferenza e cercare di confortarlo. Di conseguenza, il bambino si avvicina al genitore e cerca il suo contatto ravvicinato. Una volta rassicurato dalla presenza del genitore, il bambino ritorna alla calma in breve tempo, consentendogli di recuperare l’interesse e il piacere nell’esplorare il nuovo ambiente.
Questo ciclo di separazione e ricongiungimento in situazioni di lieve stress sottolinea la sicurezza dell’attaccamento del bambino e la fiducia nel genitore come fonte di conforto e sostegno.
È importante evidenziare che il senso di sicurezza e la vicinanza emotiva al genitore non inducono automaticamente il bambino a cercare costantemente la sua presenza fisica. Al contrario, il genitore che offre conforto al bambino quando piange non rischia di creare dipendenza eccessiva; piuttosto, fornisce al figlio la rassicurazione e la fiducia necessarie per sviluppare l’autonomia. In realtà, mantenendo un equilibrio sano tra il bisogno di attaccamento e l’esplorazione durante la prima infanzia, i bambini con attaccamento sicuro tendono ad aumentare la richiesta di attaccamento quando si sentono vulnerabili, come durante malattie, momenti di paura, stanchezza o di fronte a nuove sfide. Manifestano questi bisogni immediatamente. Tuttavia, una volta che i bisogni di attaccamento sono soddisfatti e il senso di sicurezza e fiducia è ristabilito, tali bambini dimostrano un maggiore desiderio di esplorare e di raggiungere l’autonomia.
Insicurezza dell’attaccamento
L’insicurezza dell’attaccamento può manifestarsi in diversi modi, nonostante la maggior parte dei bambini sviluppi relazioni di attaccamento sicuro con i genitori. Attraverso l’osservazione attenta delle loro reazioni in situazioni quotidiane in cui emergono i bisogni di attaccamento, è emerso che esistono tre tipi distinti di attaccamento insicuro, anche noti come “pattern” o “stili” di attaccamento. In questi casi, il bambino sembra non avere la stessa fiducia nella disponibilità e capacità del genitore di soddisfare i suoi bisogni.
Il primo tipo di attaccamento insicuro è l’attaccamento ansioso-ambivalente. Nei bambini con questo stile di attaccamento, si osserva un’eccessiva dipendenza dal genitore e una tendenza a essere ansiosi e preoccupati riguardo alla sua disponibilità. Questi bambini possono mostrare una richiesta costante di attenzione e affetto, e possono essere difficili da calmare anche quando il genitore è presente.
Il secondo tipo è l’attaccamento ansioso-evitante. In questo caso, i bambini sembrano disinteressati o addirittura evitano il contatto con il genitore quando sono stressati o hanno bisogno di conforto. Potrebbero sembrare distanti emotivamente o mostrare resistenza a ricevere affetto dal genitore.
Infine, c’è l’attaccamento disorganizzato. Questo tipo di attaccamento si manifesta con comportamenti contraddittori e disorganizzati nei confronti del genitore. I bambini con questo stile possono oscillare tra cercare conforto dal genitore e allontanarsi da lui in modo incoerente e imprevedibile.
In tutti questi casi, l’incertezza nell’attaccamento può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e sullo sviluppo del bambino. È importante comprendere e riconoscere questi diversi stili di attaccamento per fornire un sostegno adeguato e promuovere la sicurezza e la fiducia nei rapporti genitore-figlio.
L’attaccamento insicuro evitante
L’attaccamento insicuro evitante è un pattern comportamentale osservato nei bambini che mostra una scarsa manifestazione di disagio in situazioni che normalmente attiverebbero i bisogni di attaccamento. Ad esempio, quando il genitore lascia il bambino da solo in un ambiente poco familiare, situazione che solitamente provoca agitazione nei bambini con attaccamento sicuro, i bambini con attaccamento evitante sembrano non essere particolarmente influenzati emotivamente. Al ritorno del genitore, invece di cercare contatto e conforto, tendono a ignorarlo e a evitare il contatto ravvicinato, preferendo impegnarsi in attività solitarie.
Nonostante la mancanza di segni esteriori di disagio, studi appositi hanno dimostrato che i bambini con attaccamento evitante sperimentano un aumento della frequenza cardiaca e altre reazioni fisiologiche, come l’incremento dei livelli dell’ormone dello stress, il cortisolo, durante queste situazioni. Questi segnali indicano che, nonostante sembrino impassibili, in realtà vivono uno stress interno. Il fatto che questi bambini non cerchino il sostegno del genitore non significa che non ne avvertano il bisogno, ma piuttosto che non si sentono sicuri di ricevere una risposta confortante da parte del genitore quando ne hanno bisogno.
Il pattern di attaccamento evitante viene considerato insicuro perché il bambino non ha fiducia nel ricevere conforto dal genitore quando si sente male e quindi è riluttante a manifestare i propri bisogni di attaccamento. Invece di affrontare apertamente la situazione e cercare supporto, il bambino preferisce proteggersi dall’eventuale delusione o mancanza di risposta positiva da parte del genitore.
L’attaccamento insicuro ambivalente-resistente
L’attaccamento insicuro ambivalente-resistente si manifesta con un’elevata ansia riguardo alla disponibilità del genitore e alla possibilità di soddisfare i propri bisogni di attaccamento. I bambini con questo tipo di attaccamento mostrano una costante vigilanza sulla presenza del genitore e spesso hanno difficoltà a impegnarsi nel gioco e nell’esplorazione dell’ambiente, anche in situazioni che non creerebbero problemi ai bambini con attaccamento sicuro.
Ad esempio, potrebbero essere restii a giocare o esplorare quando sono in presenza di altre persone che si comportano in modo cordiale, ma che non conoscono. Come i bambini con attaccamento sicuro, anche quelli con attaccamento ambivalente-resistente manifestano disagio quando i loro bisogni di attaccamento vengono attivati, come nel caso di una separazione dal genitore in un ambiente non familiare, ma in questo caso il disagio è estremamente accentuato.
A differenza dei bambini con attaccamento sicuro, che di solito si calmano e si ricongiungono con il genitore al suo ritorno, i bambini con attaccamento ambivalente-resistente rimangono agitati e talvolta arrabbiati, nonostante i tentativi del genitore di consolarli. Inoltre, non riescono a riprendere il gioco o l’esplorazione dell’ambiente. Questa reazione viene considerata insicura perché suggerisce che il bambino è costantemente sopraffatto dall’ansia riguardo alla disponibilità del genitore nei suoi confronti. La mancanza di una risposta confortante da parte del genitore contribuisce ad alimentare ulteriormente questa ansia e a mantenere il ciclo di comportamento insicuro.
L’attaccamento disorganizzato.
L’attaccamento disorganizzato si discosta dai tipi di attaccamento sicuro, evitante o ambivalente-resistente precedentemente descritti, poiché non presenta un modello di reazione ben definito o, se presente, è caratterizzato da un comportamento particolarmente disorganizzato. In questi casi, i bambini mostrano comportamenti insoliti e spesso contraddittori, apparentemente non finalizzati a soddisfare i propri bisogni di attaccamento.
Per esempio, potrebbero avvicinarsi al genitore quando ritorna nella stanza dopo un’assenza breve, solo per poi voltarsi e allontanarsi improvvisamente. Oppure potrebbero manifestare movimenti stereotipati, come dondolarsi avanti e indietro, sbattere la testa o agitare le mani ripetutamente. In alternativa, potrebbero restare immobili, come paralizzati, o addirittura mostrare segni di paura, soprattutto in presenza del genitore.
Questo comportamento disorganizzato viene considerato insicuro a causa dell’angoscia e del disorientamento che il bambino mostra nel tentativo di esprimere i propri bisogni di attaccamento. La mancanza di una strategia coerente per affrontare le situazioni di stress e la presenza di comportamenti apparentemente senza scopo riflettono la confusione e l’insicurezza del bambino nel rapporto con il genitore. Questo tipo di attaccamento pone una sfida particolare per genitori e caregiver nel fornire un sostegno emotivo adeguato e nella costruzione di una relazione di attaccamento sicura e stabile.
Relazioni sicure, benessere duraturo: il ruolo chiave della terapia genitore-bambino
È fondamentale riconoscere l’importanza di lavorare sui modelli di attaccamento genitore-bambino e sullo stile di attaccamento dei genitori, non solo per il benessere immediato dei bambini, ma anche per il loro futuro sviluppo e per il benessere mentale degli adulti che diventeranno. Intervenire sui modelli di attaccamento può contribuire in modo significativo a creare relazioni genitore-figlio più sicure e soddisfacenti, fornendo una base emotiva stabile e favorendo la resilienza emotiva e psicologica del bambino (Sroufe, 2005). Un percorso di psicoterapia genitore-bambino può offrire un ambiente sicuro per esplorare e migliorare gli schemi relazionali, promuovendo una maggiore consapevolezza emotiva e una migliore comprensione reciproca (Cassidy & Shaver, 2016). Questo tipo di intervento non solo può prevenire l’insorgenza di disturbi mentali nel bambino, ma può anche avere effetti positivi a lungo termine sulla salute mentale e sulle relazioni future dell’adulto che sarà, contribuendo a interrompere il ciclo trasmissivo dei modelli di attaccamento insicuri (Mikulincer & Shaver, 2007). Investire nella salute emotiva e relazionale dei bambini oggi può portare a benefici duraturi per il loro benessere mentale e per quello delle future generazioni.
Articolo a cura del:
Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica
Bibliografia:
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