
La psicoterapia con il bambino può essere indicata quando il senso di sofferenza che si avverte è persistente e investe diverse aree di funzionamento, da quella emotiva a quella comportamentale, da quella cognitiva a quella sociale, da quella comunicativa ai processi separativi e di costruzione del senso del Sé. Questo può complicare il raggiungimento di tappe di sviluppo psico-affettivo, necessarie per l’adattamento del bambino nei diversi contesti di vita, familiare e scolastico.
La psicoterapia con il bambino, può essere indicata per favorire i processi espressivi, immaginativi, le capacità elaborative delle esperienze e dei vissuti, delle emozioni e del pensiero.
Si può pensare di iniziare una psicoterapia dopo aver svolto una buona consultazione in cui viene compresa la natura della difficoltà del bambino, il suo livello di sviluppo e il ruolo dei suoi riferimenti relazionali e affettivi.
Solitamente quando si svolgono interventi psicoterapici con il bambino e con i genitori, possono essere predisposti degli spazi di intervento psicologico dedicati alla relazione genitori-figli, concordati con lo psicoterapeuta.
Il lavoro con i bambini prevede il coinvolgimento dei genitori come parte attiva del processo durante tutte le fasi della terapia.
La psicoterapia individuale con il bambino prevede quindi un costante lavoro di squadra con i genitori fatto da periodici monitoraggi, confronti e aggiornamenti sull’andamento del percorso.
COME È STRUTTURATO IL PERCORSO
Il percorso di psicoterapia individuale rivolto al bambino prende in carico le situazioni che possono trarre maggiore beneficio da un intervento in cui, dopo una prima fase di consulenza familiare, segue un percorso individuale rivolto al bambino.
I primi due colloqui avvengono sempre con i genitori o con chi ne ha la responsabilità genitoriale, e sono finalizzati a fare una raccolta anamnestica della storia del bambino.
Si prosegue poi con una prima fase di accoglienza e valutazione attraverso un colloquio congiunto bambino-genitori, al quale seguiranno due colloqui con il bambino, da solo se riesce o in compresenza dei genitori. Durante il sesto ed ultimo incontro della prima fase, vengono poi definiti gli obiettivi e condivisi con i genitori.
La seconda fase consiste invece nel percorso di psicoterapia infantile vero e proprio. Può avere una frequenza delle sedute settimanali che va da un minimo di una ad un massimo di tre.
In alcuni casi può essere necessario che i genitori intraprendano un percorso parallelo a quello del bambino, un sostegno alla genitorialità, per far sì che i cambiamenti possano essere rinforzati anche a casa e per il benessere generale di tutti i componenti della famiglia.
La psicoterapia infantile utilizza un ampio ventaglio di approcci e tecniche sia supportive che espressive al fine di aiutare il bambino in condizione di disagio, basando l’intervento sull’utilizzo integrato di diversi approcci. Questi sono quelli che utilizzo nel trattamento individuale con il bambino:
- EMDR con specifici protocolli per i bambini;
- Play Therapy;
- Sandtray Therapy;
- TheraPlay (con il coinvolgimento dei genitori).
Gli strumenti e le tecniche di intervento principalmente utilizzate in genere prevedono l’utilizzo del gioco, della metafora, della fiaba, del gioco nella sabbia, della narrazione, dello storytelling e del role-playing come mezzo di comunicazione ed espressione di emozioni e disagio.
È possibile richiedere una consulenza tramite l’area contatti.