Il bambino con disturbo dell’adattamento

Il disturbo dell’adattamento nei bambini rappresenta un quadro clinico comune, manifestandosi attraverso sintomi emotivi o comportamentali scatenati da un evento stressante oggettivamente identificabile, verificatosi entro un periodo di tre mesi dalla comparsa dei sintomi.

Questo evento stressante può assumere molteplici forme e non necessariamente raggiungere l’intensità di disturbi precedenti. In alcuni casi, possono coesistere eventi stressanti multipli, come difficoltà economiche e problemi coniugali persistenti.

Gli eventi stressanti coinvolgono singoli individui, intere famiglie, gruppi o addirittura comunità più vaste, come nel caso di disastri naturali.

La caratteristica distintiva dei disturbi dell’adattamento è la risposta disadattiva a uno o più eventi psicosociali stressanti. La sintomatologia associata genera un disagio sproporzionato rispetto alla gravità o all’intensità dell’evento stesso, comportando una compromissione significativa nelle sfere sociale, lavorativa, scolastica o in altri ambiti cruciali.

All’interno di questa categoria diagnostica rientrano quadri psicopatologici eterogenei, caratterizzati da umore depressivo con una propensione estrema al pianto o ansia, nervosismo, agitazione, inquietudine o una combinazione di entrambi. Si osservano anche alterazioni della condotta e la presenza di sintomi emotivi e comportamentali.

La durata del disturbo può variare, classificandosi come acuto se persiste per meno di sei mesi o persistente se si protrae per un periodo di sei mesi o più. Comprendere la natura e la persistenza del disturbo dell’adattamento è fondamentale per una valutazione clinica accurata e per orientare l’intervento terapeutico in modo mirato.

L’importanza di un intervento terapeutico mirato diventa cruciale per il bambino e la sua famiglia durante questo delicato momento di transizione. Affrontare il disturbo dell’adattamento richiede una comprensione approfondita delle sfide emotive e comportamentali che emergono in risposta agli eventi stressanti.

Una terapia focalizzata può fornire al bambino gli strumenti necessari per elaborare e affrontare le sue emozioni, promuovendo una crescita emotiva sana e resiliente. Allo stesso tempo, coinvolgere la famiglia in questo processo terapeutico crea un ambiente di sostegno fondamentale, consentendo una migliore comprensione e gestione del cambiamento.

L’intervento terapeutico non solo mira a mitigare i sintomi disadattivi, ma anche a promuovere la resilienza e a rafforzare le risorse emotive del bambino e della famiglia. Attraverso un sostegno terapeutico mirato, si può favorire una transizione più armoniosa, consentendo al bambino di svilupparsi in modo sano nonostante le sfide incontrate.

In questo contesto, la terapia diventa un faro guida che illumina il percorso attraverso le difficoltà, offrendo un sostegno empatico e strategie pratiche per superare le sfide della transizione. Investire in un intervento terapeutico mirato non solo migliora il benessere del bambino, ma contribuisce anche a rafforzare il legame familiare, creando le basi per una risposta positiva e costruttiva ai cambiamenti della vita.

Articolo curato da:

Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

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