Quando il bambino non mangia

Nutrirsi oltre ad essere un momento di soddisfazione di un bisogno fisiologico, è soprattutto un’attività a cui l’individuo attribuisce molteplici significati. Per tale ragione l’atto nutritivo può trasformarsi in una metafora della relazione d’amore oppure può diventare teatro di una protesta.

Il disturbo alimentare può rappresentare un campanello di allarme che segnala una disfunzione nelle relazioni e nella comunicazione all’interno della famiglia. Inoltre, alcuni fattori esterni stressanti (ad esempio competizioni sportive, attesa per gli esami, scarse relazioni con il gruppo dei pari, difficoltà scolastiche, cambio di casa, ecc.) possono aggiungersi al già fragile equilibrio, scatenando una tempesta perfetta.

Quando una difficoltà alimentare diventa un vero e proprio disturbo alimentare può inficiare le normali attività di vita quotidiana e possono presentarsi sintomi tali da diagnosticare un disturbo del comportamento alimentare.

Sarà fondamentale ascoltare questo importante e pericoloso segnale di disagio del bambino per questo il primo passo sarà quello di contattare lo psicologo che farà chiarezza sulla situazione e deciderà, se necessario, di iniziare un percorso psicoterapeutico sia individuale, se l’età del bambino lo consentirà, sia familiare per comprendere le cause che hanno portato alla sintomatologia del soggetto e curarle.

I principali disturbi del comportamento alimentare di cui mi occupo sono i seguenti:

  • Pica nei bambini
  • Disturbo di ruminazione
  • Disturbo evitante/restrittivo nell’assunzione di cibo 
  • Anoressia nervosa
  • Bulimia nervosa
  • Binge eating (Disturbo da alimentazione incontrollata)

Articolo a cura del: 

Dott. Samuele Russo – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoterapeuta EMDR, specialista in Psicologia Pediatrica

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